Mattarella ai David: “Donne premiate? E’ la normalità”

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha incontrato i candidati al David di Donatello, che sarà assegnato stasera a Cinecittà. Commozione e applausi per Vincenzo Mollica

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

“In attesa di conoscere questa sera i nomi dei premiati, vorrei rivolgere i miei complimenti a chi ha ricevuto i premi già assegnati: Paola Cortellesi, Margherita Giusti, Justine Triet. Si potrebbe dire: tre donne premiate, un bel segnale. Ma non lo farò: mi apparirebbe improprio e riduttivo, perché quanto avvenuto va considerato nella normalità”, così il capo dello Stato Sergio Mattarella alla cerimonia dei David di Donatello che si è svolta stamani al Quirinale.

Per il tradizionale incontro dei candidati al premio David di Donatello con il presidente della Repubblica, una festa per tutto il cinema italiano e, in questo caso, una cerimonia particolarmente frizzante con la conduzione di Teresa Mannino che non ha risparmiato le battute e gli scherzi. Due ore, con gli intermezzi musicali affidati a Serena Ionta e Gennaro Ricciardone, trasmesse in diretta su Raiuno. A Paola Cortellesi – protagonista assoluta di questa 69ma edizione del premio fondato da Gian Luigi Rondi – la comica siciliana ha detto: “Sei come quelli che a tombola comprano venti cartelle, almeno un ambo lo farai di sicuro”.  E ha aggiunto: “Per te hanno aggiunto altre categorie a quelle previste, come Pizza bianca, Pizza rossa e Gruppo elettrogeno”.

Nel suo discorso (qui il testo integrale) il presidente Mattarella, che ha paragonato il David all’Oscar, ha ricordato quanto abbiamo bisogno del cinema. “Il nostro cinema contiene nel suo dna una tensione alla dimensione nazionale. Sin dal tempo in cui ha contribuito con le pellicole degli anni ’40 e ’50 a consolidarne la lingua in un Paese dai molti dialetti. Questa tensione si arricchisce con la creatività così ampiamente manifestata, con i successi nazionali e internazionali, con la rilettura della storia, degli eventi, dei protagonisti, con i valori di umanità e con i sentimenti che aiutano a rafforzare il senso di comunità”. E ha aggiunto: “Abbiamo bisogno del cinema. Della sua sensibilità, della sua arte, delle sue visioni plurali. La storia del cinema ci ha fatto conoscere e apprezzare queste sue capacità”.  Mattarella ha sottolineato con vigore come le sale cinematografiche e le librerie vadano difese e ha ricordato Paolo Taviani, scomparso di recente: “Il cordoglio reca con sé la consapevolezza dell’eredità di grande valore che ci ha lasciato con suo fratello Vittorio”.

Un altro spunto del discorso di Mattarella riguarda le politiche per il cinema: “Il PNRR destina importanti risorse al cinema e alla cultura. Le istituzioni sono quindi chiamate a promuovere le tante opportunità che possono offrire occasioni di sviluppo in questo ambito. Opportunità che si inseriscono in una condizione internazionale che registra una competizione sempre più vigorosa e postula, quindi, un sicuro quadro normativo cui fare riferimento”. E inoltre: “Grande attenzione va rivolta in particolare all’espressione dei giovani artisti, che devono poter provare, sperimentare, dunque formarsi e crescere. L’ingresso di nuove generazioni produce nuova ricchezza. Esprime libertà, quella libertà da assicurare anche a chi non condivide i nostri gusti, a chi la pensa diversamente”.

Anche il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, nel suo intervento ufficiale, ha affermato l’importanza del cinema: “La settima arte, che per me è diventata la prima perché la più vicina alle giovani generazioni, restituisce visibilità anche alle arti più antiche. Perciò molto semplicemente vi esorto: continuate ad emozionarci, a commuoverci, a farci piangere e a farci ridere, continuate a far conoscere l’Italia le sue bellezze, la sua storia, i suoi drammi e anche le sue storture e la sua mentalità. Il vostro lavoro va oltre le due ore della durata del film. Il germe dell’arte che praticate è altamente contagioso e nessuno di noi desidera vaccinarsi per evitarlo. Io sono qui ad assicurarvi come ministro della Cultura di questo governo che farò la mia parte fino in fondo”. E non è mancato un affettuoso omaggio al David alla carriera Vincenzo Mollica, “per nove anni abbiamo lavorato insieme al Tg1, lui era la firma di punta, io il direttore. Non ho mai tagliato un suo servizio, anche se sforava, piuttosto riducevo quelli degli altri”.

Piera Detassis, presidente e direttrice artistica dell’Accademia del cinema italiano – Premi David di Donatello, ha ricordato l’appuntamento di stasera, sempre in diretta su Raiuno, dal leggendario Studio 5 di Cinecittà in un programma condotto da Carlo Conti e Alessia Marcuzzi. Detassis ha ringraziato per il sostegno il ministro della Cultura, il sottosegretario Lucia Borgonzoni, la presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia e l’ad Nicola Maccanico. “L’Accademia – ha ricordato – lavora tutto l’anno con un’attenzione particolare all’inclusione”. Tra le novità l’istituzione del David per il casting, dall’anno prossimo, e il David Rivelazione alla sua prima edizione. Detassis ha insistito sulla speciale sintonia tra pubblico e Accademia, una sintonia segnata quest’anno dal successo di C’è ancora domani di Paola Cortellesi, con le sue 19 candidature che ha ricevuto il David degli Spettatori legato al grande successo nelle sale.

Sempre Detassis ha sottolineato la forza del cinema femminile e la compresenza di grandi autori ed esordienti con i molti attori passati alla regia. “Anche quando tutto sembra immobile – ha detto – il cinema è in movimento e bisogna sostenerlo, come bisogna sostenere l’eccezione culturale”.

Grande spazio ai tre David alla carriera: “il musicista Giorgio Moroder, un’eccellenza italiana con tre Oscar vinti, Milena Vukotic attrice spericolata e Vincenzo Mollica, un David inusuale a chi ha saputo raccontare cultura alta e cultura pop”.

Mollica ha commosso e strappato un lungo applauso alla sala, ricordando l’incontro con Andrea Camilleri, anche lui ipovedente: “Quando mi disse di abbracciarlo, gli risposi, se ci troviamo. E mi esortò a rivedere i film nella memoria, dove sono più belli e colorati”.

Milena Vukotic ha ricordato l’incontro con Federico Fellini: “Vidi La strada e scelsi il cinema, nonostante studiassi danza a Parigi. Mi ha cambiato la vita. Un giorno sono andata a incontrarlo, mi ero fatta dare una lettera di presentazione ma non la tirai neanche fuori, lui mi mise subito la mano sulla testa rovinando la mia acconciatura”. Tempo dopo doveva conoscere Bunuel e chiese un consiglio a Federico. “Fellini mi disse di salutarlo da parte sua e mi chiese quanti anni avesse, ma anche don Luis fece esattamente lo stesso”.  Infine Moroder, altoatesino come Sinner, come ricorda Teresa Mannino, si mette a cantare e contagia tutta la sala dando il ritmo con le mani.

“La mia gioia e il mio vero premio è stato quello di vedere accolto il mio film da un pubblico festante dovunque sono andata nel mio lungo tour. Un pubblico, tra l’altro, fatto al 45% di uomini. Una cosa che fa pensare”, ha commentato infine Paola Cortellesi.

03 Maggio 2024

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