Frankie Hi-nrg, dietro le quinte dei Cinecittadini: “Cinecittà oggi è un alveare indaffarato”

Intervista al rapper conduttore del nuovo podcast realizzato negli Studi Cinematografici di Cinecittà e prodotto da Cinecittà e Dog-Ear. Disponibile dal 3 maggio


È disponibile dal 3 maggio su Spotify, Apple Podcast, Amazon Music e Spreaker il Podcast Cinecittadini, realizzato negli Studi Cinematografici di Cinecittà e prodotto da Cinecittà e Dog-Ear. Un viaggio dietro le quinte di chi abita Cinecittà, guidato dal rapper Frankie Hi-nrg mc assieme al giornalista musicale di Rolling Stone Damir Ivic. Ad arricchire il podcast le musiche originali di Frankie Hi-nrg.

Dopo questa esperienza a Cinecittà, chi sono secondo te i Cinecittadini?

Sono delle persone, individui che fanno un mestiere davvero speciale, legato alla magia del cinema, ma che mantengono intatta la loro umanità. Ed è veramente notevole. Tutto questo mondo fatto di finzione è sostenuto da una realtà intensa, ed è questa la cosa più notevole secondo me.

Nelle parole dei Cinecittadini ricorrono spesso due Cinecittà, quella sognata da piccoli e quella poi vissuta. Si parla di “mito di Cinecittà”. Cos’era per te Cinecittà prima del podcast?

Nel corso della mia carriera musicale sono entrato in più occasioni a Cinecittà, sempre per motivi diversi. L’ho vissuta come sede di studi televisivi, o come spazio in cui andare a informarmi presso scenografi o altri professionisti per dei miei progetti. Ogni volta che rientravo la vedevo sempre un gradino più in basso, fino a quando non ci sono tornato per realizzare questo podcast. Ora ho visto una città vivace, viva, oltre che vitale, e superindustriosa, in cui ogni angolo è indaffarato come in un alveare impazzito. Davvero un’esperienza notevole.

C’è qualcosa che non ti aspettavi di trovare e scoprire ascoltando le storie dei Cinecittadini?

Non mi aspettavo di trovare così tanti giovani, sono sincero. A tutti i livelli, dalle maestranze alla dirigenza, ho trovato un sacco di persone giovani o con un’energia giovane messa a disposizione della collettività, che è un elemento indispensabile per sopravvivere ai tempi che corrono.

Del podcast hai curato anche le musiche originali, ci potresti raccontare come individuato il corretto sound per queste storie?

Abbiamo iniziato a lavorare alle musiche quando già erano state fatte tutte le registrazioni e si era in una fase di montaggio abbastanza avanzata. Ovvero il momento giusto per potersi rendere conto del tipo di mood da riprodurre. Una prima linea editoriale è stata definita in quel momento, con l’idea di poter poter raccontare vari ambienti e sensazioni umane. Con Fresco abbiamo deciso di raccontare musicalmente delle città, essendo Cinecittà una città che contiene al suo interno tutte le città possibili. Quindi abbiamo realizzato otto tracce con dei mood abbastanza diversi tra di loro, che raccontano diverse provenienze, tradizioni, ma che trovano tutte lo stesso volume di voce. Perché in Cinecittà ogni voce ha il proprio volume e sono tutte utili.

Il podcast unisce tanti aspetti della tua creatività e delle tue passioni. Qual è il tuo rapporto con il cinema?

Il mio rapporto con il cinema è vario. Prima di tutto sono spettatore, che secondo me è il primo e il più importante livello di relazione che bisogna avere col cinema. Bisogna riuscire a essere spettatori. Fare cinema è un lavoro grosso, ma bisogna mantenere la propria capacità di emozionarsi per quello che si sa essere una finzione. La seconda cosa importante è riuscire a pensare a cosa può essere emozionante e mantenere una semplice originalità, con l’obiettivo, anche lì, di emozionare. Perché il cinema, come tutte le arti, si basa sulle emozioni. Il cinema esiste negli occhi del pubblico, nella testa del pubblico, nel cuore del pubblico. Il cinema, così le serie, o gli spot pubblicitari, hanno una propria funzione soltanto nel pubblico. Perché è lì che avviene la magia. Fuori, non prima. Prima è un preambolo indispensabile affinché si concretizzi e si realizzi questa magia. Ma la magia vera succede dentro il pubblico. Bisogna riuscire a fare come i cuochi, a capire gli ingredienti giusti. Avere la mentalità di un cuoco e il palato di un gourmand, questo serve per fare il cinema.

A proposito, stasera ci sono i David di Donatello e ci sei anche tu per la prima volta. Emozionato?

Sono curioso e felice perché andrò a incontrare molti amici. La maggioranza dei miei amici sono attrici e attori e quindi sarà una bella occasione per poterli rivedere dopo tanto tempo e per poterli festeggiare per i premi che riceveranno, perché sono sicuro che alcuni di loro ne riceveranno.

Dopo l’esperienza da Cinecittadino quali progetti ti attendono?

Durante l’estate ho una serie di impegni musicali con le mie serate, i concerti, i DJ set e le letture teatrali di un testo che ho trasformato in libro qualche tempo fa. Ci saranno varie occasioni per poter incontrare il pubblico con la speranza, anche lì, di riuscire a farlo emozionare.

04 Maggio 2024

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