Zalone impiegato statale da € 22 milioni

In soli 3 giorni Quo vado? si conferma recordman assoluto al box office con un incasso complessivo di € 22.243.367, 3 milioni di spettatori e l'impressionante media per sala di 18mila euro


Checco Zalone in soli tre giorni – 1, 2 e 3 gennaio – con Quo Vado? si conferma recordman assoluto al box office con un incasso complessivo di oltre 22 milioni (€ 22.248.121), 3 milioni di spettatori (3.060.698) e l’impressionante media per sala di 18mila euro. Si tratta dello stesso risultato ottenuto da Star Wars Il risveglio della forza in 18 giorni di programmazione (22.347.677).

In dettaglio Quo Vado? con l’uscita strategica a Capodanno in 1300 sale – anche con proiezioni a mezzanotte – ha sfiorato in un giorno i 7 milioni di euro, con quasi un milione di presenze, polverizzando ogni precedente primato.
Non ce n’è per Harry Potter e i doni della morte – parte II (che il primo giorno aveva rastrellato 3,2 milioni), né per Spiderman (2,8 milioni), né tanto meno per l’ultimo Star Wars (1,8 milioni al debutto). Del resto, centinaia di migliaia di italiani hanno scelto di brindare con Zalone: le proiezioni di mezzanotte e mezza del 31 dicembre solo nel circuito Uci avevano registrato 133mila presenze, pari a 1.150.000 euro, mentre nelle sale The Space le presenze erano state 95mila, pari a 850.000 euro.

Del resto Zalone batte anche se stesso. Sole a catinelle, uscito il 31 ottobre 2013 e tuttora re degli incassi totali con 52 milioni (secondo incasso italiano di sempre, il primo è Avatar, film in 3D di James Cameron, con 67,7 milioni nel 2009), aveva rastrellato il primo giorno 2.354.057 euro (343.767 presenze), mentre Che bella giornata, uscito il 5 gennaio 2011, aveva fatto segnare al botteghino nelle prime 24 ore 2.718.522 euro (410.037 presenze). Un crescendo inarrestabile, iniziato il 27 novembre 2009 con Cado dalle nubi (401.278 euro al debutto, 64.206 presenze).

Anche il premier Matteo Renzi è stato tra i primi italiani, l’1 gennaio, a correre a vedere il film con moglie e figli durante le vacanze a Courmayeur: “Io ho riso dall’inizio alla fine. I professionisti del radical-chic, che ora lo osannano dopo averlo ignorato o detestato, mi fanno soltanto sorridere” ha dichiarato Renzi in un’intervista alla ‘Stampa’.
E’ arrivato il tweet di giubilo del ministro Dario Franceschini: “Grazie a #CheccoZalone. Il successo di #QuoVado fa bene a tutto il cinema italiano e avvia alla grande un 2016 di ritorno nelle sale”.

“Il 2016 inizia nel segno della CHECCOMANIA. Checco è tutti noi con i nostri pregi e i nostri difetti – commenta soddisfatto Pietro Valsecchiche con la Taodue ha prodotto il film insieme a Medusa – In questi tre giorni Zalone ha conquistato l’Italia, dal Presidente del Consiglio al Ministro della Cultura, da Adriano Celentano che oggi scrive in prima pagina sul ‘Corriere della Sera’ fino a tutti gli altri spettatori in coda nei cinema per vedere Quo Vado?. Ora dobbiamo tutti ripartire da questo successo, noi compresi, per trovare nuove idee, nuovi talenti e un modo diverso di raccontare l’Italia. Il risultato di Quo Vado? ci dice che possiamo superare il cinema hollywoodiano  – continua il produttore Valsecchi – e che, come succede da anni in Francia, possiamo trovare una strada originale e di successo per il nostro cinema, senza complessi di inferiorità. Ringrazio Piersilvio Berlusconi e il gruppo Mediaset per avermi appoggiato nella sfida di portare al cinema Checco Zalone fin dal primo film, dandomi la massima libertà e il massimo supporto. Quo Vado? Non è un film ‘buonista’, è un film su uomo che trova la felicità  e la trova nel momento in cui lascia il posto fisso. Viva l’Italia!”.
Quo Vado? è un film “che diverte e scalda il cuore”, si rallegra Giampaolo Letta, AD di Medusa che lo distribuisce in 1200 copie, felice per “il record che lascia quasi senza parole”. 

“E’ semplicemente il risultato del grande amore del pubblico per Luca (Checco Zalone), per un artista vero che si mostra nella sua verità e la gente gli riconosce questo – dice all’Ansa il regista Gennaro Nunziante – Luca ha costruito un forte legame con i suoi fan che ormai è decennale, è una semina che parte da lontano e si muove nel solco di una grande verità sempre raccontata anche quando è scomoda. E’ un po’ come quando tu hai un amico che ti dice sempre le cose come stanno e che non fa inutili giri di parole. E questo è quello che la gente gli riconosce e cerca nei suoi film”. Altri punti di forza di Checco Zalone? “Io penso che nei nostri film ci sia veramente qualcosa per tutti: dai bambini fino ai vecchietti. C’è una trasversalità assoluta, grande, varia. Però nel fondo io vedo un racconto, sempre nell’umiltà, molto vero”.
Se dovesse definire il vostro stile? “Dico sempre che la nostra è una comicità cattolica – spiega Nunziante in un’intervista alla ‘Stampa’ – Nel senso che ti devi prendere addosso tutte le ipocrisie degli altri per arrivare a morire di risate, e questo senza mai giudicare… Il pubblico deve riconoscersi, Luca è capace di evitare le sovrastrutture culturali, dà accesso a tutti, nel segno della fratellanza, lontano dall’ipocrisia”. Quanto allo stile usato, il regista parla di “un linguaggio iperrealista, evitiamo di fare scopa con la realtà, proprio per rendere il racconto più metaforico”.

“Voglio ringraziare quelli che mi dicono ‘grazie’ ma anche gli indignati, perché siamo un popolo di indignati, anzi, soprattutto loro, perché fanno scaturire curiosità e quindi la gente va al cinema . Grazie indignati. Non puoi essere simpatico a tutti, anzi quando c’è questo consenso quasi plebiscitario, paradossalmente, senti l’esigenza di ritornare a terra e di trovare qualcuno a cui stai sulle balle, altrimenti potrei avere manie di onnipotenza. Continuate a indignarvi che io sono contento”. Così Checco Zalone che, intervenuto ai microfoni di Rtl 102.5 (l’intervista integrale), spiega di non avere tentato con il suo film un’analisi sociologica: “In realtà chi fa questo mestiere non pensa ai beni o ai mali di questo Paese, ma solo a far ridere. Il comico per una battuta si venderebbe l’anima. Poi se la battuta è azzeccata, nel senso che muove da una realtà tangibile e familiare a tutti, è più efficace. Io però non voglio fare analisi sociologiche sul nostro Paese, sul posto fisso, sul degrado, sul berlusconismo, su tutto quello che hanno scritto in questi giorni. Io e Gennaro Nunziante vogliamo solo far passare un’ora e mezza a ridere”.

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04 Gennaio 2016

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