“Ora la gente si aspetta che dica qualche cagata” esordisce ridendo Checco Zalone e aggiunge: “chiedo perdono per le stonature di Francesco”, questo il primo irriverente approccio sul palco del centro culturale Santeria Toscana di Milano per la presentazione del nuovo album Pastiche in uscita oggi 12 aprile e realizzato insieme a Francesco De Gregori. Eppure, quello che è stato rivelato insieme all’amico cantautore, ha tutto il carattere di una piccola perla della musica italiana che non ci aspettavamo e di cui non sapevamo di aver bisogno.
Spogliato delle vesti di comico e di attore da asso pigliatutto al botteghino con Cado dalle nubi o Quo Vadis, nello showcase di Milano, Zalone ha confermato – ancora una volta – le sue doti da musicista al fianco di quello che viene definito uno dei grandi poeti della musica italiana. Il suo umorismo coinvolgente non è sicuramente mancato e, tra una gag e una battuta, un po’ di quel Zalone che tanto ci fa sorridere, c’è comunque stato e, proprio come aveva preannunciato “nessuna cagata di mezzo”, solo tanta buona musica.
In Pastiche De Gregori interpreta alcuni dei suoi successi e propone in cover altri capolavori della musica italiana firmati da Paolo Conte, Pino Daniele, Antonello Venditti (per questo la scelta del nome pastiche) e, non poteva mancare, anche una traccia inedita del comico “Alejando” che racconta di un amore non corrisposto “una canzone molto lirica che nasconde un po’ di prosaicità”, dice De Gregori.
Dopo l’ascolto della selezione di alcuni dei quindici brani che saranno presenti su Pastiche, non potevano di certo mancare le domande sulla nascita di questo curioso sodalizio che pensavamo improbabile: “Ci siamo conosciuti a Bari, io ero sul gommone e stavo facendo i polpi con un mio amico, quando ho ricevuto un messaggio: “Ti voglio conoscere, Francesco DG”. Io ho pensato a DJ Francesco” racconta Checco. “Ero un suo fan e ho “stalkerato” Checco, da lì è nata un’amicizia” ribatte De Gregori. “Francesco è una delle poche persone amiche nel mondo dello spettacolo. Spesso vado a casa sua, tra una carbonara e una cacio e pepe io ho suonato il suo pianoforte, mi ha riempito di complimenti e mi ha lanciato l’idea che io ho accolto di buon grado. Faccio quello che ha fatto Woody Allen con la differenza che io so suonare”, racconta Zalone.
“Poi sono tornato a Bari per presentare un libro e ho chiesto a Checco di aiutarmi e lui ha fatto irruzione con una grazia unica, costringendomi a cantare “Gli uomini sessuali” senza averla provata prima. Ho presentato un libro serio cantando una canzone stupida”. Che Zalone non sia un esecutore alla lettera del politically correct ormai lo sappiamo e non ci stupiamo, perché è della genuinità delle sue battute che abbiamo bisogno, quindi, per la presentazione dell’album Pastiche non poteva mancare anche l’interpretazione a sorpresa della canzone (non presente nel disco) “perché i capolavori non si toccano, questa è la canzone di cui vado più fiero” dice ironicamente Zalone.
“A me piacerebbe molto” dice per primo De Gregori. “In realtà già il cane di Francesco ha recitato in Quo vado, ha un volto cinematografico” racconta ridendo Zalone, “È stato un prestito”(…) “Il ruolo non lo so perché non ho nemmeno il film, però una parte gliela faccio fare” conclude il cantautore ridendo.
Alla domanda della stampa sul perché non ci siano più battute nell’album De Gregori risponde: “Volevamo fare un omaggio alla musica italiana, quindi non c’era lo spazio nell’album per una battuta e un’interlocuzione”. “Ognuno aveva i suoi ruoli, io ho cantato e Checco è stato il musicista che mi ha accompagnato”. “Mi rendo conto che il mio cruccio è quello di presentarmi al pubblico senza fare lo stupido e questo può deludere. Ma questa è stata la mia sfida” si confida Zalone.
“Non abbiamo la necessità di fare scoop, ci siamo solamente incontrati per la volontà di fare musica” ammette De Gregori. È palese e si può quasi toccare con mano quanto i due artisti, ciascuno con le sue virtù, si stimino l’uno con l’altro. “Gli artisti, invecchiando diventano livorosi”, spiega l’attore. “De Gregori non l’ho mai sentito parlare male della trap o della musica moderna. Di lui mi piace l’assenza di retorica, di moralismo e un profondo senso etico”. Il rispetto di De Gregori nei confronti di Zalone non esita ad arrivare: “Ho conosciuto Checco attraverso i suoi film e l’ho amato da subito, ha uno sguardo innocente e dolce sulle creature umane, sulla società e sulla figura dell’italiano medio. È un po’ quello che faceva Alberto Sordi o Vittorio Gassman. Non c’è mai cattiveria, ci sono disincanto, rispetto, delicatezza, non è mai aggressivo, è un suonatore istintivo e affettuoso”.
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