VENEZIA – Zahra Ahmadi, imprenditrice e attivista afghana per i diritti delle donne arrivata nelle settimane scorse da Kabul, grazie ad una mobilitazione guidata dal fratello Hamed, ristoratore afgano a Venezia per fuggire ai talebani dal 2006, è tornata ad abbracciare i genitori e la famiglia ormai in Italia. Nei giorni della presa dei talebani è stata uno dei simboli della paura di quello che stava accadendo.
E’ al Lido di Venezia per ritirare il premio Wica, Women in Cinema Award e ha voluto ringraziare ancora l’Italia per averla aiutata a fuggire. “Sono una voce di chi non ha voce, delle donne che non ce l’hanno più. I talebani sono assassini della nostra speranza, assassini della nostra anima, non c’è nessuno spazio per legittimarli, riconoscerli. In questo momento chiedo al mondo, al popolo del mondo: per favore cercate di darci un appoggio per la resistenza in Panshir, è la nostra piccola luce. Odio il silenzio – ha detto Ahmadi – che esiste in questo momento sul movimento in Panshir, favorisce i talebani. Non è giusto per le donne afghane che stanno vivendo una situazione orribile: non dimenticatele. Alla comunità internazionale chiedo posizione chiara contro i paesi che si stanno intromettendo in Afghanistan come il Pakistan, la Cina, l’America”.
Premiata anche Shahrbanoo Sadat, giovane scrittrice e regista che con il primo lungometraggio Wolf and Sheep, girato ad appena 20 anni, vinse il premio principale alla Quinzaine des Realizateurs di Cannes nel 2016. Sadat, non potendo partecipare alla cerimonia, ha inviato un videomessaggio.
Accanto ad Alberta Ferretti, prima stilista a ricevere il WiCA, i premi di questa edizione sono stati assegnati ad altre figure di straordinaria professionalità del cinema e della cultura italiana e internazionale: Jasmila Zbanic, vincitrice nel 2006 dell’Orso d’oro a Berlino con l’opera di esordio Il segreto di Esma e quest’anno candidata all’Oscar per Quo vadis, Aida. Marta Donzelli, produttrice e presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia, prima donna a presiedere una delle più importanti istituzioni di cinema riconosciute in tutto il mondo; Virginie Efira, attrice belga divenuta in Francia la “regina” delle commedie grazie a pellicole come Uomini a mollo di Gilles Lellouche, ma a proprio agio in ruoli drammatici come dimostrano Elle di Paul Verhoeven e Un amour impossible di Catherine Corsini fino al recente Benedetta sempre di Verhoeven in concorso a Cannes 2021.
Anche in questa edizione di WiCA, l’Academy ha voluto assegnare un premio a una scrittrice, Nadia Terranova, i cui libri sono tradotti in tutto il mondo, esordiente nel 2015 con Gli anni al contrario con il quale ha vinto numerosi premi tra cui il Bagutta Opera Prima, il Premio Brancati e l’americano The Bridge Book Award. Tra le scrittrici più apprezzate del nostro panorama letterario, nel 2019 è stata finalista al Premio Strega con Addio fantasmi (Einaudi).
Il WiCA – Premio critica cinematografica è stato infine attribuito a Silvio Danese, giornalista, autore del romanzo Intervista alla sposa, incentrato sul tema della violenza sulle donne.
La cerimonia, presentata da Claudia Conte, si è tenuta allo Spazio Fondazione Ente dello Spettacolo. I premi sono conferiti da un’Academy tutta al femminile composta dalle giornaliste di cinema Fulvia Caprara, Alessandra De Luca, Titta Fiore, Alessandra Magliaro, Antonella Nesi, Chiara Nicoletti, Cristiana Paternò, Angela Prudenzi, Barbara Righini, Marina Sanna e Stefania Ulivi.
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