2A EDIZIONE DEL FESTIVAL EUROPEO DEL CINEMA XXI SECOLO
REGGIO CALABRIA, 18-23 LUGLIO 2000
Il Novecento è morto, evviva il Novecento! Non è ancora finito, in realtà, quello che per alcuni è stato il secolo più breve e che per altri è stato invece quello più lungo. Ma il concetto di Tempo che ha elaborato, anche per mezzo delle immagini in movimento, continua a generare interesse.
Del Tempo si dibatterà con filosofi, psicologi, scrittori e artisti che ne proporranno diverse interpretazioni. Ma non doveva essere un festival di cinema? Troppo semplice, definirlo così. In quella Reggio Calabria che sta tra i bronzi di Riace e la new economy, l’ennesimo “festival di cinema” doveva obbligatoriamente parlare di cinema parlando d’altro.
Come il cinema, anche la musica vive di tempo, di ritmo. E quindi una grande parte degli eventi del Festival sarà dedicata a quest’altro modo di “scolpire il tempo” (definizione che del cinema diede Tarkovskij). Tra i maggiori, un’inedita jam session tra Piero Umiliani (jazzista compositore di centinaia di colonne sonore, tra cui quelle dei Soliti ignoti) e Giorgio Gaslini, musicista di fama mondiale noto ai cinefili per la colonna sonora de La notte di Antonioni.
Con il tempo lotta continuamente la nostra memoria, che si accumula sempre più negli oggetti ma che si perde costantemente dentro di noi. Ed è con un tentativo di ripercorrere un Momento (splendido concetto della fisica) cinematografico ma che ebbe agganci con la società e la storia come poi raramente, che il festival scherza seriamente col Tempo. E lo fa con I soliti ignoti, un film che segna la storia del cinema italiano, che ritrasse prima del tempo un’Italia che sarebbe apparsa di lì a poco e che ormai è passata per sempre, se non al cinema. Lo scherzo più crudele l’ha però da poco combinato il Tempo stesso, sottraendoci per sempre Vittorio Gassman, come dire la memoria che il cinema italiano ha di se stesso. E Gassman certo ci avrebbe aiutato a ricordare come e perché “c’eravamo tanto amati” (e odiati). A Reggio Calabria lo si farà con Monicelli, Age e Suso Cecchi D’Amico e gli altri protagonisti di quella storica produzione.
Oltre al documentario di Gianni Amelio sulla prima edizione del festival, Uno schermo sull’acqua, uno schermo vero e proprio, un’enorme vela in faccia a Scilla e Cariddi… ah, e naturalmente ci saranno i film che vi verranno proiettati sopra! Alla fine di ognuna delle sei giornate si potrà assistere alla proiezione di una dozzina di anteprime molto interessanti, presentate da Cecilia Dazzi (valida attrice italiana maladoprata nella fiction televisiva nostrana), tra le quali segnaliamo Cecil B. Demented di John Waters; Lista de espera di Juan Carlos Tabìo (Fragole e cioccolata e Guantanamera con lo scomparso collega cubano Tomas Gutiérrez Alea); The filfth and the fury di Julien Temple che rispolvera tutto il materiale d’epoca per fare dire la loro ai Sex Pistols a vent’anni da The Great Rock’n’roll swindle e l’americano Jesus’ son.
Un festival europeo che ha il coraggio di presentarsi in mezzo al Mediterraneo con due film americani, un cubano, un giapponese, nessun italiano e nessun nordafricano (a parte un francese delle banlieue)? Una bella sfida.
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