VENEZIA – E’ fuori concorso al Lido Woman di Anastasia Mikova e Yann Arthus-Bertrand, progetto internazionale che dà voce a duemila donne di cinquanta paesi diversi, che si mettono a nudo nelle interviste condotte dai registi. Nonostante la vastità del progetto, il film propone un ritratto intimo di coloro che costituiscono metà dell’umanità, e getta luce sulle ingiustizie subite dalle donne in tutto il mondo. Lo scopo principale del film sembra però voler essere quello di mostrare la forza interiore e la capacità delle donne di cambiare il mondo, malgrado le innumerevoli difficoltà che devono affrontare. Gli argomenti sono di diversa natura: la maternità, l’istruzione, il matrimonio o l’indipendenza economica, ma anche le mestruazioni e la sessualità. Gli spettatori scoprono così la voce delle donne, come non l’avevano mai sentita prima.
“E’ stato importante – dice Mikova – lavorare in tandem con un uomo e di una generazione diversa dalla mia. Volevamo che il film arrivasse agli uomini come alle donne. L’idea nasce dal precedente documentario che abbiamo fatto, Human, dove però mentre gli uomini non avevano mai problemi a mostrarsi di fronte alla macchina da presa le donne si sono dimostrate sempre un po’ più timide. Non volevamo perdere spontaneità, quindi non mandavamo delle domande preordinate. Avevamo dei collaboratori che presentavano il progetto, così quando arrivavamo a parlare con loro erano preparate. Abbiamo iniziato a lavorare due anni prima che esplodesse il movimento ‘metoo’, ma già qualcosa cominciava a muoversi e Yann, che ha un grande intuito, lo aveva fiutato”.
“Con tutte queste donne – dice Arthus-Bertrand – era importante stabilire un rapporto di fiducia. Molte di loro non avevano mai avuto esperienze cinematografiche. Abbiamo molti sponsor per questo film quindi non abbiamo bisogno di guadagnarci, lo facciamo per diffondere la voce delle donne nel mondo, vorremmo farlo uscire l’8 marzo e coi gli incassi supportare un’associazione che abbiamo costituito, che aiuterà le donne dell’ambiente a fare cinema”.
E' da segnalare una protesta del Codacons con annessa polemica circa la premiazione di Luca Marinelli con la Coppa Volpi a Venezia 76. L'attore aveva rilasciato una dichiarazione a favore di "quelli che stanno in mare e che salvano persone che fuggono da situazioni inimmaginabili". "In modo del tutto imprevedibile - si legge nel comunicato del Codacons - il premio come miglior attore non è andato alla splendida interpretazione di Joaquin Phoenix"
Venezia 76 si è distinta anche per una ricca attività sul web sui social network. Sulla pagina Facebook ufficiale sono stati pubblicati 175 post che hanno ottenuto complessivamente 4.528.849 visualizzazioni (2018: 1.407.902). Le interazioni totali sono state 208.929 (2018: 64.536). I fan totali della pagina, al 6 settembre 2019, sono 360.950, +4.738 dal 24 agosto 2019
Nel rituale incontro di fine Mostra Alberto Barbera fa un bilancio positivo per il cinema italiano: “In concorso c’erano tre film coraggiosi che osavano – ha detto il direttore - radicali nelle loro scelte, non scontati, non avrei scommesso sul fatto che la giuria fosse in grado di valutarne le qualità"
Luca Marinelli e Franco Maresco, rispettivamente Coppa Volpi e Premio Speciale della Giuria, ma anche Luca Barbareschi per la coproduzione del film di Roman Polanski J'accuse. Ecco gli italiani sul podio e le loro dichiarazioni