VENEZIA. “Ho dei progetti di film non ambientati nel Salento ma non me li fanno fare. Uno si svolge in Alto Adige e riguarda il conflitto italiani e tedeschi; un altro in Africa ed è sulla strage di etiopi dopo l’attentato al generale Graziani”, dice il regista Edoardo Winspeare che presenta in concorso nella sezione Orizzonti la commedia La vita in comune, già nelle sale e girata a Depressa, il piccolo paese salentino dove il regista vive.
Nel film si chiama Disperata e l’atmosfera è quella di un piccolo paese del Sud dimenticato da Dio. Il sindaco, timido e triste, svolge a fatica il suo ruolo istituzionale, soffrendo le rissose sedute comunali. A compensare la frustrazione ci sono per fortuna le lezioni di poesia impartite ad alcuni detenuti del carcere. Del resto i due fratelli, delinquenti di piccolo calibro con il sogno irrealizzato di diventare boss della zona, subiscono una folgorazione proprio grazie alla poesia, riscoprendo la bellezza della natura. Anche il sindaco è contagiato da questo inaspettato cambiamento tanto da sostenere l’idea folle di un piccolo zoo per rilanciare il paese. Insomma qualcosa si muove nella comunità di Disperata, che sembra vivere un principio di rinascita.
“In fondo Disperata è uno dei tanti paesini dimenticati dell’Italia, dove vivono personaggi scalcagnati, poetici, capaci di sognare. Del resto in ‘periferia’ troviamo persone più originali e autentiche”, afferma il cineasta. Cast familiare quello del film perché composto da Celeste Casciaro, moglie del regista, Gustavo Greco, socio di Winspeare nella casa di produzione Saietta Film, Antonio Carluccio e Claudio Giangreco, rispettivamente manutentore del verde e imbianchino, entrambi già sperimentati in precedenti film di Winspeare, Davide Riso, commesso in un supermercato.
“Mi piace raccontare con leggerezza cose serie, La vita in comune è figlio di In grazia di Dio, che era però un film drammatico. Questa volta si tratta di una favola utopistica dove lo spettatore si immerge in un mondo reale e allo stesso tempo quasi fiabesco”.
Nella figura del sindaco il regista un po’ si riconosce, in particolare per la timidezza, del resto si tratta di una categoria bistrattata. Winspeare critica nella sua opera quel concetto, spesso abusato al Sud, di sviluppo. “Tutti i politici parlano di sviluppo, mai di progresso. Occorre una crescita culturale e ambientale perché non c’è consapevolezza della bellezza del nostro paesaggio che al Sud è in gran parte rovinato”.
Il regista ancora una volta dimostra nei suoi film il suo amore per il Salento. “Anni fa avevo per questa terra un atteggiamento romantico, tipico di uno straniero che arriva in questa terra. Col tempo sono diventato più ironico e scanzonato”.
Si è conclusa con gli interventi di Umberto Galimberti e Vincenzo Vitiello l’edizione 2017 di Lido Philo. La sala piena in cui talvolta si sono dovute aggiungere sedie per gli spettatori, è una conferma dell’interesse che il pubblico della Mostra di Venezia mantiene per occasioni di dibattito culturale critico
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