Dopo gli avvertimenti delle scorse settimane, lo sciopero indetto dalla WGA, il sindacato degli sceneggiatori di Hollywood, è ufficialmente iniziato. L’astensione dal lavoro degli scrittori dello spettacolo è stata votata all’unanimità dal consiglio del sindacato, dopo che i negoziati con l’AMPTP (Alliance of Motion Picture and Television Producers) sono falliti e non c’è stato un accordo sui nuovi contratti collettivi per film e sceneggiature televisive, scaduti ormai da tre anni. Si tratta del primo sciopero da quello del 2007, che costò un valore stimato di oltre 2,1 miliardi di dollari all’economia di Los Angeles.
Gli effetti di questo nuovo stop degli autori potrebbero essere visibili fin da subito in USA con la probabile chiusura di alcuni talk show serali. A lungo termine, invece, lo sciopero potrebbe provocare il rallentamento delle produzioni di serie tv e film distribuiti in tutto il mondo.
La crisi dei compensi degli sceneggiatori, che spesso sono costretti a vivere alla giornata, nasce dagli enormi cambiamenti avvenuti negli ultimi anni, con il proliferare delle piattaforme in streaming, che hanno stravolto i meccanismi distributivi e i relativi compensi. Uno dei problemi principali, per esempio, è legato al meccanismo dei “residuals”, ovvero la retribuzione per le repliche successive alla prima visione, che nel mercato attuale sono praticamente impossibili da calcolare, in quanto le serie e i film rimangono sulle piattaforme per lunghissimo tempo e non devono essere periodicamente acquisiti (generando un compenso per gli autori) come accadeva in passato.
“Abbiamo negoziato con l’intento di fare un accordo equo, ma le risposte degli studios alle nostre proposte sono state del tutto insufficienti data la crisi che gli scrittori stanno affrontando. – si legge in un messaggio ufficiale della WGA – Hanno chiuso la porta alla loro forza lavoro e l’hanno aperta alla scrittura come professione interamente freelance. Nessun accordo del genere potrebbe mai essere contemplato. Il comitato di negoziazione della WGA ha trascorso le ultime sei settimane a negoziare con Netflix, Amazon, Apple, Disney, Discovery-Warner, NBC Universal, Paramount e Sony sotto l’egida dell’Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP). Dal loro rifiuto di garantire qualsiasi livello di occupazione settimanale televisivo episodio, alla creazione di una ‘tariffa giornaliera’, al loro ostruzionismo sul lavoro gratuito per gli sceneggiatori, le grandi aziende hanno chiuso la porta in faccia alla forza lavoro”.
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