Wes Anderson: la mia America ancora vergine


CANNES – E’ una partenza un po’ in sordina, meno spettacolare del solito, quella con Moonrise Kingdom di Wes Anderson, primo film di Cannes 65 e primo film in concorso. Ma di sicuro Thierry Frémaux l’ha scelto anche per il cast, che porta stasera sulla montée des marches attori del calibro di Bruce Willis, Edward Norton, Tilda Swinton e Bill Murray. Insomma il tasso di divismo davanti ai fotografi è assicurato e i fans, infatti, sono già appostati davanti al Palais su cui troneggia la bellissima immagine di quest’anno, una radiosa Marilyn che spegne la candelina della festa con l’aria di una bambina felice.

 

Ed è una storia infantile anche Moonrise Kingdom, che racconta l’amore casto tra due dodicenni che imparano goffamente a baciarsi – timidamente anche con la lingua – nell’ingenua America del 1965. Manca poco alle trasformazioni epocali di fine anni ’60, la protesta contro guerra del Vietnam, la contestazione studentesca e soprattutto la liberazione sessuale. Ma sulla remota isola del New England che si raggiunge solo in ferry boat o in idrovolante, dà ancora scandalo che due dodicenni, scappati di casa o dal campo scout, abbiano dormito sotto la stessa tenda seppure in mutande e canottiera.

 

“Tra breve tutto cambierà, arriverà un ponte a collegare l’isola alla terraferma”, riflette Wes Anderson, classe 1969, cresciuto con due fratelli a Houston, Texas, studi di filosofia prima che di cinema. E’ evidente che era lui lo svitato di famiglia. E ci ha messo certamente del suo nei due giovani protagonisti (gli esordienti assoluti Jared Gilman e Kara Hayward) alle prese con una ribellione istintiva che sfocia in un matrimonio per finta celebrato da un cugino capo scout (Jason Schwartzman). La scintilla tra Sam e Suzy era scoccata un anno prima, durante una recita di Natale. Lui orfano, affidato a genitori adottivi poco partecipi, lei allevata in una famiglia apparentemente “normale” (la madre è l’irresistibile Frances McDormand, il padre è lo stralunato Bill Murray, ospite fisso dei film del regista americano). Diversi e isolati rispetto ai compagni, i due ragazzini cominciano a scriversi letterine e finiscono per concordare la fuga come novelli Romeo e Giulietta. Lei si porta dietro, in un’improbabile valigia gialla da aereo, un’intera biblioteca in cui spicca, tra le molte favole di Susan Cooper che ama leggere ad alta voce, un saggio di psicologia sul bambino disturbato. Inoltre Suzy non si separa mai dal binocolo con cui ama scrutare il mondo (scoprendo che la madre tradisce il marito), mentre Sam indossa un cappello di pelo alla Davy Crockett anche quando fa caldo… La loro fuga, alla vigilia di un ciclone memorabile, mobilita l’intero villaggio, con il capo della polizia (Bruce Willis) e il capo scout (Edward Norton) a capeggiare le ricerche, mentre l’inflessibile burocrate dei servizi sociali (Tilda Swinton) decide che il ragazzo deve finire al più presto in un orfanotrofio. Il tutto è raccontato con lo stile surreale e un po’ astratto tipico di film sempre sospesi tra favola e fumetto come I Tenenbaum o l’animazione di Fantastic Mr. Fox.  

 

Anderson, che si è fatto aiutare da Roman Coppola per scrivere la sceneggiatura, racconta di aver lavorato molto di getto: “L’anno 1965 mi è venuto così, ma penso di essere stato ispirato dall’iconografia di Norman Rockwell e dei suoi boy scout, anche se poi il ’65 è anche la fine di una certa America”. Il regista rivela anche i dettagli della scelta di Jared Gilman, il giovane protagonista, debuttante assoluto. Scovato in un provino a cui era andato con occhiali spessi due dita e capelli lunghi e incolti. “Avea un aspetto assurdo, ma era buffo e la sua voce mi ha subito colpito, lo stesso è stato con Kara, la ragazza, è stata così semplice e spontanea che mi ha conquistato all’istante”.

Per la prima volta in concorso a Cannes, un festival che punta sempre molto sugli ospiti fissi (da Ken Loach a Kiarostami, da Matteo Garrone a Resnais), ma che ogni tanto allarga gli orizzonti a nuovi nomi, Anderson non è preoccupato: “Sono onorato di essere in concorso, per il resto non devo fare altro che salire le scale del Palais, mettermi seduto e guardarmi il film. E poi, come al solito, sono circondato da amici, dalla mia piccola compagnia teatrale, con Bill Murray in testa”.  

 

In Italia Moonrise Kingdom uscirà con Lucky Red in autunno.

autore
16 Maggio 2012

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