BERLINO – Orso d’oro alla carriera per Wim Wenders, premiato ieri sera qui alla Berlinale dal collega brasiliano Walter Salles che nella laudatio lo ha definito “uno dei più grandi registi di tutti i tempi”. Ciò che “Wenders ci ha insegnato è una bussola morale ma anche estetica e di contenuti nel fare film”, ha detto l’autore di Central do Brasil. Per desiderio dello stesso Wenders è stato poi mostrato in versione restaurata L’amico americano, girato nel 1977 e tratto da un romanzo di Patricia Highsmith, con Bruno Ganz e Dennis Hopper. Wenders è in corsa per l’Oscar con il suo documentario sul grande fotografo Sebastiao Salgado Il sale della Terra, che ha definito, parlando con Cinecittà News, “un lavoro fatto con amore e con passione che sono felice sia stato visto e amato da tanta gente perché è un film che dà speranza e supera ogni pessimismo, in qualche modo un film sulla guarigione come Every Thing Will Be Fine“. E ha aggiunto: “Ho avuto finora due nomination per Buena Vista Social Club e per Pina e tutte e due le volte mi avevano detto che avrei vinto senza problemi e poi non ho vinto. Siccome stavolta vado senza nessuna aspettativa, magari ho qualche chance in più”. E per il futuro il regista de Il cielo sopra Berlino pensa a una commedia: “Questa è la nona volta che porto un film alla Berlinale ma non penso di essere diventato un regista accademico. Non credo che ci sia un punto d’arrivo definitivo nel mio percorso. Penso sempre alle cose che non ho mai fatto… Mi sento abbastanza vecchio e saggio da fare una commedia! Non ne ho mai fatta una e so che puoi farle anche se sei una persona apparentemente molto seriosa”, ha detto in conferenza stampa.
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