Esce il 9 ottobre con Warner The Equalizer – Il vendicatore, action di Antoine Fuqua interpretato da Denzel Washington, negli inediti panni di uno spietato vendicatore, e i spirato a una serie tv molto popolare negli anni ’80 e ’90 (conosciuta in Italia con il titolo di Un giustiziere a New York). Nel film Washington interpreta McCall, un uomo che crede di essersi lasciato alle spalle un passato torbido, per condurre una vita tranquilla. Ma quando incontra Teri (Chloe Grace Moretz), ragazza minacciata da feroci malavitosi russi, decide di aiutarla, forte delle sue abilità che ha sempre messo al servizio di chi cerca vendetta e contro chi brutalizza gli indifesi.
“Mi piace tornare a lavorare con registi che conosco – dice l’attore – con Fuqua avevo già lavorato nel 2001 per Training Day – e poi più volte con il compianto Tony Scott, un grande amico che mi manca moltissimo, con Jonathan Demme, mi sono trovato sempre molto bene con loro ed è stato uno scambio utile per tutti”. Ma stavolta il personaggio è diverso dal solito: fisico e romantico. “Dite? Non l’ho pensato da questo punto di vista. Penso sia una persona con una sindrome ossessivo-compulsiva, che però ha buon cuore e aiuta chi è in difficoltà. Nella sceneggiatura le sue manie non c’erano, le ho aggiunte io. Ho pensato che il suo passato, il suo senso di colpa per la morte di sua moglie lo avrebbero portato a smaniare in questo modo. Dal punto di vista fisico nessun problema, faccio boxe da molti anni e sono abituato all’allenamento. Pensa di poter rimettere ordine nella propria vita facendo ordine anche attorno a sé, piegando i tovaglioli in un certo modo, ad esempio”. I villain sono russi, e il loro capo si chiama Vladimir Pushkin. Che si voglia riflettere il rapporto teso che vige tra Russia e Stati Uniti in questi anni? “E’ solo un’assonanza”, dice il regista Fuqua, e Washington lo conferma: “si tratta di un film e nient’altro. Non sono uno che guarda tanti film nella vita privata, sono più tipo da football. Ma da attore ci tengo a fare un buon lavoro, lo scopo ultimo è far sì che le persone che mi vengono a vedere non pensino ai loro problemi per un paio d’ore. So quanto sia difficile oggi trovare i soldi per andare al cinema. Tutti nella nostra vita abbiamo avuto voglia di vendetta, magari da bambini, volevamo qualcuno che ci aiutasse a pareggiare i conti. Ma non c’è una cosa specifica che ‘rimetterei a posto’ se fossi io The Equalizer. Penso semplicemente che non ci sarebbe bisogno di vendicarsi se ognuno tendesse la mano al proprio vicino”.
Washington ha interpretato ruoli da buono e da cattivo, rifiutando anche dei copioni che poi hanno avuto un ottimo riscontro: “Coi cattivi mi diverto di più. Il cattivo fa quello che vuole. Però ad esempio ho insistito perché il mio cattivo morisse nel finale di Training Day. La morte più atroce è il prezzo per il peccato. E, sì, ho rifiutato Seven, il ruolo che poi sarebbe andato a Brad Pitt. Mi sembrava veramente troppo violento”. Dato che The Equalizer è tratto da un serial, è lecito domandarsi se ci sarà un sequel: “Lo deciderà il pubblico, e io in seconda istanza. Accetto solo se c’è una buona sceneggiatura, che è la cosa più importante. Il mio prossimo film sarà un western”. Ma non un western qualsiasi.
E’ il regista Fuqua e confermare che si tratta “di un remake de I magnifici sette. Lo gireremo a breve insieme. Sono entusiasta perché ho sempre amato l’originale e anche I sette samurai. Certo, ne ho tante, di influenze: Coppola, Scorsese, lo Scarface originale, Nemico pubblico… lo avrei rifatto volentieri ma sono arrivati prima di me. Poi naturalmente Fellini, ma lui è inimitabile, non ci proverei nemmeno. E anche Nuovo cinema Paradiso, che è un po’ la storia della mia vita: anch’io mi rintanavo in sala per sfuggire alla realtà criminale di Pittsburgh. Magari, senza farne un remake, scriverò un giorno una storia simile”.
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