Wang Bing e l’inferno della fast fashion

Jeunesse Le Printemps del regista cinese, in concorso a Cannes, mostra il girone infernale delle fabbriche di tessili dove si lavoro giorno e notte per pochi centesimi


CANNES – Dopo aver visto il documentario fiume di Wang Bing, Jeunesse (Le Printemps) molto probabilmente non comprerete più abbigliamento a basso costo o fast fashion.

Il film del regista cinese, in concorso a Cannes, mostra infatti il girone infernale delle fabbriche di tessili dove si vive e si lavora, giorno e notte, si dorme, si mangia, si guarda un programma sullo schermo dello smartphone, si litiga e ci si fidanza sempre appostati alla macchina da cucire e con ritmi vertiginosi. Il ricavo di questo lavoro da schiavi è ridicolo: tra 6,5 e 7 yuan a capo confezionato (uno yuan è pari a 0,13 centesimi di euro) a seconda del modello e della difficoltà di realizzazione: a volte ci sono scritte, ricami e cappucci, ma i prezzi restano bassissimi nonostante le lunghe trattative con i mediatori.

Wang Bing ci porta per oltre tre ore dentro a questo mondo incredibile con un film radicale, che nulla concede alla narrazione convenzionale, realizzato tra il 2014 e il 2019: un’immersione totale nella capitale del tessile, Zhili, in fabbricati cadenti e sporchi dove sorgono 18mila piccoli laboratori sempre all’opera. Gli operai, maschi e femmine, sono quasi tutti giovanissimi, a volte adolescenti: lavorano a ritmi forsennati ma non perdono la verve e la vitalità della giovinezza. Scherzano, ridono, litigano, si picchiano e si fidanzano, mangiano cibi precotti e bevono aranciate e tè. Dormono negli stessi laboratori o lì accanto dentro stanzoni con tanti letti tutti uguali in una strada che si chiama, ironia della sorte, Happiness Road. 

Nella stessa città di Zhili l’autore aveva realizzato nel 2016 Bitter Money sempre sui giovani lavoratori del tessile. “Questa volta con sei operatori e tre macchine da presa – racconta Wang Bing – il film ha potuto seguire la vita di molti personaggi nell’arco di diversi anni. All’inizio c’è stata un po’ di difficoltà ma poi sono entrato in buoni rapporti con gli imprenditori locali che, del resto, hanno altre preoccupazioni che non il mio film”.

Per la prima volta in concorso a Cannes, il regista, vincitore del Pardo d’oro a Locarno nel 2017 con Mrs Fang, era stato a Cannes cinque anni fa con Dead Souls e nei prossimi giorni presenterà in Special Screenings un altro suo lavoro, Man in Black, dedicato al compositore Wang Xilin e ‘brevissimo’, solo un’ora di durata.

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18 Maggio 2023

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