Volonté, lo sguardo ribelle


Gian Maria Volonté“In Volonté c’era una fisicità e una gestualità particolarmente espressive, che avevano un elemento teatrale di forte presenza. La sua capacità di introiettare fortemente il personaggio interpretato faceva di lui oltre che un grande attore un coautore dei film”. E’ il regista Vittorio Taviani, ricordando l’esordio nel cinema di Volonté da protagonista in Un uomo da bruciare, a riassumere in una battuta la sua indimenticabile identità artistica, a 10 anni dalla scomparsa. E l’occasione è la serata d’apertura, condotta da Michele Santoro, della rassegna Gian Maria Volonté, lo sguardo ribelle al Teatro Ambra Jovinelli di Roma. Fino al 12 dicembre la Sala Trevi-Alberto Sordi, il cinema Politecnico Fandango, e il Teatro Ambra Jovinelli programmano i film e le opere televisive interpretate, accompagnate dall’uscita in libreria di “Gian Maria Volonté, lo sguardo ribelle” (leggi le testimonianze dei registi

Mentre sullo schermo scorrono le immagini dei film di Elio Petri, con le sonorizzazioni live della band dei Sikitikis, il microfono passa di volta in volta a registi e colleghi che lo hanno conosciuto e ad attori che a lui si sono ispirati.

Giuliano Montaldo, che lo ha diretto in Sacco e Vanzetti (1971) e in Giordano Bruno (1973), presenta la figura di un Volonté uomo appassionato e interprete scrupoloso. Montaldo sottolinea come l’essere considerato un “uomo contro” lo abbia finora escluso dal ricevere riconoscimenti meritati.
Giorgio Albertazzi, che darà a Gian Maria il primo ruolo principale sul palcoscenico ne L’idiota, racconta l’incontro con l’attore avvenuto in teatro durante un’edizione non ben riuscita dell’Antigone. “In quell’interpretazione, come in tutte le successive – dice Albertazzi – ho notato qualcosa di speciale, in lui c’era una tensione civile che traspariva dagli occhi, sempre. Gian Maria si portava addosso il personaggio a lungo, tant’è che la caratterizzazione di Rogozin prelude all’interpretazione successiva dei personaggi western di Leone.

Gian Maria VolontéEmidio Greco parla di un vero e proprio “viaggio” all’interno del personaggio: “Gian Maria sul set di Porte aperte arrivava a riscrivere a mano la sua parte su un quaderno per lavorare meglio sul personaggio e impossessarsene”.
Achille Occhetto ricorda gli anni insieme nel Partito comunista, le discussioni nella scia dei fatti del Sessantotto e soprattutto il suo forte impegno a sinistra: “In lui c’era una personalità politica fortissima”.

Ricky Tognazzi ne parla con grande stima e affetto dopo averlo conosciuto sul set di Una storia semplice e ricorda il fascino dei personaggi da lui interpretati per Elio Petri,  “film spesso dimenticati in epoca purtroppo di rivalutazione dei B-Movies”.

autore
07 Dicembre 2004

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