Volevo solo vivere


W. Veltroni, M. CaloprestiDall’avvento delle leggi razziali alla liberazione dal lager nelle parole degli ebrei italiani sopravvissuti alla Shoah. Volevo solo vivere è parte integrante della serie di produzioni nate dalla Shoah Foundation di Steven Spielberg, una sorta di serbatoio mondiale della memoria nato nel ’94 per registrare le parole e i volti di chi è miracolosamente scampato alla soluzione finale hitleriana. In Italia sono state raccolte circa 400 interviste che sono servite a Mimmo Calopresti per costruire il documentario che uscirà nelle nostre sale con 01 Distribution proprio in occasione della Giornata della memoria, il 27 gennaio, dopo un’anteprima la sera prima all’Auditorium Parco della Musica di Roma (i biglietti sono gratuiti, per informazioni si può chiamare lo 06-80241281). I ragazzi delle scuole inoltre vedranno il film grazie al progetto “Noi ricordiamo”, lanciato dal Comune di Roma e che ha già portato ad Auschwitz molti allievi delle superiori.

Ed è stato proprio il sindaco della Capitale Walter Veltroni a sottolineare l’importanza di questo documento. “Per molti sopravvissuti è difficile parlare, ma quando si comincia non si finisce più”. Ha confermato Shlomo Venezia: “Quando tornai dal lager e provai a parlare di quella esperienza con i miei amici, ebrei anche loro, mi presero per pazzo. Così Volevo solo viveresono stato a lungo in silenzio, finché, nel ’92, non vidi riapparire le svastiche sui muri. Così il 4 dicembre di quell’anno accettai per la prima volta di andare ad Auschwitz con i ragazzi delle scuole. Da allora sono tornato 37 volte e non ho smesso di testimoniare a chi dice che i crematori sono una favola, io dico venite a vedere”.

La voce di Shlomo, che allora aveva vent’anni e fu mandato a lavorare nel Sonderkommando, quello che si occupava dei forni, si mescola nel film, a quelle di Andra Bucci, Esterina Calò Di Veroli, Nedo Fiano, Luciana Nissim Momigliano, Liliana Segre, Settimia Spizzichino, Giuliana Tedeschi, Arminio Wachsberger. Erano bambini o giovanissimi, furono separati dalle famiglie, spogliati, rapati a zero, sottoposti a esperimenti medici e atroci privazioni. “Da Auschwitz – dice uno di loro – si esce con le gambe ma l’anima resta lì per sempre”.

Le loro parole cariche di emozione ma anche lucidissime sono alternate a brevi frammenti di repertorio ben dosati per contenere l’insopportabile crudeltà delle immagini. “A noi sembra di sapere tutto su Auschwitz – dice il regista – ma non è vero. Lì è accaduto l’inimmaginabile e non posso essere certo che tutto questo non si verifichi più o che non stia già succedendo da qualche parte, ma l’unico modo che ho di scongiurarlo è di diventare io stesso un essere umano migliore e più forte. Questa esperienza mi ha trasformato nel profondo”. Anche Giancarlo Leone, coproduttore con Rai Cinema, è seriamente coinvolto: “Quando Douglas Greenberg della Shoah Foundation ci ha parlato della difficoltà di reperire finanziamenti, abbiamo deciso di rispondere all’indifferenza con un impegno concreto, che proseguirà con il documentario di Davide Ferrario su Primo Levi, La strada di Levi“.

Volevo solo vivere, dopo l’uscita nelle principali città italiane, sarà distribuito in home video e trasmesso dai canali Rai.

autore
24 Gennaio 2006

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