Con 15 candidature Volevo nascondermi di Giorgio Diritti è il film che ha ottenuto più nomination alla 66a edizione dei Premi David di Donatello. Le cinquine sono state annunciate in conferenza online da Piera Detassis, presidente e direttore artistico del David di Donatello e dal direttore di Raiuno Stefano Coletta: la rete ammiraglia manderà in onda la premiazione in prima serata l’11 maggio in una cerimonia condotta per la sesta volta da Carlo Conti. Ancora non si sa se con i vincitori e i candidati in presenza o da remoto, “Abbiamo un piano A, B e C – spiega il conduttore – tutto dipenderà dalle normative di fine aprile”.
A questo link tutte le candidature
Seguono con 14 nomination Hammamet di Gianni Amelio e con 13 Favolacce dei gemelli D’Innocenzo. Undici candidature per L’incredibile storia dell’isola delle rose di Sydney Sibilia e Miss Marx di Susanna Nicchiarelli, sei per Le sorelle Macaluso di Emma Dante, 4 per Figli di Giuseppe Bonito e I predatori di Pietro Castellitto, 3 per 18 regali di Francesco Amato, Gli anni più belli di Gabriele Muccino, Lacci di Daniele Luchetti, Non odiare di Mauro Mancini e Tolo Tolo di Luca Medici alias Checco Zalone, due per Cosa sarà di Francesco Bruni, La vita davanti a sé di Edoardo Ponti, Lei mi parla ancora di Pupi Avati e Magari di Ginevra Elkann.
Per il miglior attore sono in corsa: Kim Rossi Stuart, Valerio Mastandrea, Pierfrancesco Favino, Renato Pozzetto ed Elio Germano. Per la migliore attrice: Vittoria Puccini, Paola Cortellesi, Micaela Ramazzotti, Sophia Loren e Alba Rohrwacher, candidata anche come non protagonista per Magari.
Si segnalano le candidature femminili sia per la regia che per il miglior film: Le sorelle Macaluso e Miss Marx. Due donne anche per l’opera prima con Magari di Ginevra Elkann e Sul più bello di Alice Filippi, gli altri esordi candidati sono I predatori Pietro Castellitto, Non odiare di Mauro Mancini, Tolo Tolo di Luca Medici.
Per il documentario sono in lizza: Faith di Valentina Pedicini, Mi chiamo Francesco Totti di Alex Infascelli, Notturno di Gianfranco Rosi, Puntasacra di Francesca Mazzoleni, The Rossellinis di Alessandro Rossellini. Sia Notturno che The Rossellinis sono targati Istituto Luce Cinecittà.
Piera Detassis sottolinea con forza la presenza delle registe: “In 66 anni di storia del David, solo due volte una donna ha vinto per il miglior film e mai per la regia. Stiamo facendo un percorso, ma i dati precedenti sono agghiaccianti per l’umanità. Bisogna produrre, finanziare e distribuire più film di donne, una cosa chiesta anche da registi uomini, tanto è vero che ho ricevuto ben due lettere, non dico di chi, su questo tema, la sensibilità è forte anche da parte degli autori. Noi un segnale lo abbiamo dato, abbiamo un 30% di donne nella giuria composta dai vincitori delle passate edizioni e un 37% nella giuria di Cultura & Società. Un passo alla volta, arriveremo”.
Detassis, rispondendo a una domanda, ha commentato anche l’esclusione di Notturno dalla cinquina dell’Oscar: “Far parte della commissione che sceglie il film da mandare all’Oscar è la cosa più difficile che ci sia. Bisogna conciliare due esigenze: scegliere un film di valore per noi italiani ma che potrebbe piacere agli americani. Io sono felice quando non sono chiamata a partecipare a questa decisione”.
Quindi un commento sulla particolarità di un anno segnato dalla pandemia e dalla chiusura delle sale (con l’allargamento dei criteri di ammissibilità anche ai film usciti solo in piattaforma): “Il soffio della visione in sala o ai festival è ancora importante, l’esperienza della sala è ancora vincente. La maggior parte dei candidati era stato nei cinema, anche se brevemente, a parte L’isola delle rose. Ma è ancora presto per fare una riflessione su questo tema”.
Miglior cortometraggio, votato da una giuria dedicata, è Anne di Domenico Croce e Stefano Malchiodi.
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