Max e Anna Mancini sono sposati da un quarto di secolo e hanno due figli di 17 anni. Tina è ribelle e poco studiosa, Nico è pacato, solitario e ha il chiodo fisso dei videogiochi. I genitori si rendono conto di non sapere nulla dei due adolescenti, si chiedono dove abbiano sbagliato e ripensano con nostalgia ai tempi in cui i gemelli erano adorabili bebè da proteggere. Il giorno del loro diciottesimo compleanno, i figli torneranno a essere piccoli, dando la possibilità a Max e Anna di provare a non ripetere gli stessi errori. Max Giusti, Gabriella Pession, Vittoria Gallione e Fabio Bizzarro sono i protagonisti de La seconda chance, commedia di Umberto Carteni, in onda in prima visione il 29 dicembre su Rai1 alle 21.30.
Nel film Vittoria è Tina, una dei due gemelli, e a CinecittàNews parla del suo ruolo in questa commedia sulle seconde possibilità e delle aspettative di una giovane attrice come lei, oggi 24enne, che proprio ai tempi della maggiore età da Genova si è trasferita a Roma pensando di studiare giurisprudenza all’università, per poi scegliere di fare l’attrice.
Vittoria, chi è Tina?
Una ragazza che si ribella a scuola, ma ha una grande passione per la psicologia. I genitori sono impegnati a capire cosa i figli gli tengano nascosti. Tina una parte sensibile e vulnerabile che non vuole mostrare. Quando il giorno del suo diciottesimo compleanno, insieme al fratello Nico, tornerà a essere una bambina, i suoi genitori dovranno cercare di crescerla in fretta. Vedere il mio personaggio da piccola mi ha fatto riflettere su come sia cresciuta e abbia sviluppato da adolescente la sua schiettezza, ribellione e voglia di indipendenza.
In cosa ti rispecchi in questa ragazza?
Anche io come Tina spesso indosso una corazza, anche se lei è più estroversa e irruenta, mentre io alla sua età reprimevo molto ciò che provavo. Nella manifestazione delle emozioni siamo sicuramente diverse. Lei è una ragazza molto onesta e diretta, e vorrei esserlo anche io di più.
Questo è un film che parla di seconde possibilità…
Trovo questo tema molto poetico, anche pieno di speranza. Chi non vorrebbe avere una nuova chance nella sua vita? A tutti più o meno è capitata, anche a me, certo indietro nel tempo non si può tornare. Quello che mi è piaciuto di questa commedia è anche il fatto che dimostri che l’ascolto e l’incontro tra due generazioni sono possibili e possono aiutare il rapporto genitori-figli.
Quando hai scelto di fare l’attrice?
L’estate della maturità, a 18 anni, ho fatto a New York un corso di recitazione, la mia passione sin da bambina, quando a 5 anni facevo finta di piangere con mia nonna per vedere se lei ci credeva veramente. Rientrata in Italia, mi sono trasferita a Roma. Mi ero iscritta a giurisprudenza. Ma un mese dopo aver iniziato l’università, l’ho lasciata. Ho capito che volevo fare l’attrice e ho iniziato a studiare recitazione.
Qual è stato il tuo primo ruolo?
Francesca, la figlia di Teresa Maraldi (Elisa Di Eusanio), nella prima stagione di Doc-Nelle tue mani. Torno anche in una delle nuove puntate, insieme alle mie due sorelle nella finzione. Questa è una serie che ha molto da raccontare e mi piacerebbe che ci fosse una presenza maggiore del mio personaggio.
Oggi la serialità dà più possibilità di lavoro ai giovani?
Ci sono tanti progetti interessanti. Mi piacerebbe alternare serie e film. Soprattutto vorrei che recitare diventasse un vero e proprio lavoro. Da sei anni continuo a studiare e fare provini. Non è semplice. La concorrenza è molta, e non è facile trovare delle amicizie in questo ambiente che ti sostengano e non siano interessate ad altro. In questo momento ci sono molti giovani che vogliono lavorare. Alla fine c’è bisogno di tempo, ma ci può essere spazio per tutti.
Se potessi scegliere, con chi ti piacerebbe lavorare?
Luca Guadagnino è in cima alla mia lista. Lo scorso anno ho fatto un provino per Queer, con Daniel Craig, ma non è andata. Però è stata lo stesso una bella esperienza formativa e umana. Il mio sogno sarebbe lavorare anche con Christopher Nolan e Alejandro Iñárritu, Ho fatto qualche provino in inglese. Mi auguro di riuscire un giorno a partecipare a progetti internazionali, magari co-prodotti in Italia. Sarebbe davvero fantastico.
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