Vincent Lindon: “I governanti non conoscono la vita reale”

L'attore protagonista de La legge del mercato, nelle sale dal 29 ottobre con Academy Two: "Una volta ogni 3 mesi dovrebbero essere mandati a vivere una giornata tipo delle persone di cui si occupano"


I ministri ”in Francia come negli altri Paesi, non conoscono la vita e i problemi reali. Una volta ogni tre mesi dovrebbero essere mandati a vivere una giornata tipo delle persone di cui si dovrebbero occupare”. Lo propone Vincent Lindon, premiato al Festival di Cannes come miglior attore per la sua straordinaria interpretazione di un cinquantenne che cerca di reinserirsi nel mondo del lavoro in La legge del mercato di Stephane Brizé nelle sale dal 29 ottobre in 40 copie con Academy Two. Secondo Lindon ”non abbiamo bisogno di politici a cui serve un film per risvegliare la propria coscienza. Ci dovrebbero governare persone che vengono dalla società civile’….comunque La legge del mercato al ministro del lavoro l’abbiamo fatto vedere”, dice sorridendo.

Il premio a Cannes l’ha profondamente emozionato ”perché è il più grande riconoscimento del mondo per un attore, ci sono grandissimi che non l’hanno mai avuto. Poi io non avevo mai ricevuto un premio prima. In Francia ho il record dell’attore più nominato ai César che non l’ha mai vinto, ma la cosa non mi dà particolarmente fastidio. Inoltre, in quella sala c’era il gotha del cinema, e la cerimonia era in mondovisione, faceva impressione. Mi ha commosso essere premiato così avanti nella mia carriera. Vincere da giovane ti può fare perdere la testa, io invece non me l’aspettavo”.

Lindon, 56 anni, due figli e una carriera costruita su ruoli legati agli aspetti più reali della società, da La crisi a Welcome, è particolarmente fiero de La legge del mercato, girato solo con un milione e mezzo di euro (in Francia ne ha già incassati oltre sette): ”Brizé è un amico, insieme avevamo già girato Mademoiselle Chambon e Quelches Heures des Printemps. L’idea stavolta ci è venuta insieme. Volevamo girare in economia per rispecchiare ciò che raccontavamo, cioè la vita di persone che faticano ad arrivare alla fine del mese. Per dare la paga minima sindacale abbiamo rinunciato ai nostri cachet”.

Girato in 16 giorni, il film ”grazie al cast di non professionisti, utilizzati spesso in ruoli che corrispondono ai loro lavori reali, ha dentro una dose di realtà esplosiva, nei dialoghi, nei movimenti”. Un modo di lavorare che non ha creato problemi a Lindon: ”non sono il tipo d’attore che gira con l’autista o il segretario, non amo il lusso, mi piace osservare le persone, incontrarle per la strada, parlare con loro, lo faccio da sempre. Lavorando con non attori è fondamentale essere tutti sullo stesso livello, sennò potrebbero sentirsi presi in giro. Usavamo gli stessi mezzi di trasporto, mangiavamo tutti insieme. Si è creato tra noi un rapporto profondo”. Lui non è il tipo d’attore che ha bisogno ”di passare due mesi in un commissariato per fare un commissario. Non parto dal testo ma dalla fisicità dei personaggi. Uno stile che viene dall’Italia, basti pensare a Fellini, che spesso ai suoi attori faceva recitare sequenze di numeri invece che battute”.

Nel film Lindon è Thierry, 51enne disoccupato da 20 mesi. Sposato e con un figlio disabile, si sottopone a un percorso umiliante e violento, di stage inutili e colloqui via skype, prima di trovare un posto come guardia di sicurezza in un grande supermercato. Un compito che si complica, quando gli chiedono di spiare gli altri impiegati.. La cosa ”bella e triste è che il film sia stato compreso in tutto il mondo, perché parla di problemi comuni, dall’Europa al Giappone. Del mio personaggio amo il coraggio, la dignità la solidità. Non si commisera, non si umilia, c’è sempre per la moglie e il figlio. Se avessi un fratello, un figlio o una figlia così ne sarei fiero”. Lui di Thierry ne conosceva già nella vita: ”Due sono fra i miei più cari amici. Altri ne ho conosciuti in questi mesi, mi fermano e mi ringraziano”. Ma un film può cambiare la societa’? ”Secondo me tutta la cultura, può provocare un cambiamento positivo nelle persone anche a livello inconscio, come la cattiva televisione può renderle più negative”. 

autore
26 Ottobre 2015

Uscite

play
Uscite

‘Wicked’. Che esperienza è stata?

Basato sul romanzo bestseller di Gregory Maguire, è al cinema uno dei musical più amati di sempre

play
Uscite

‘Spellbound – L’incantesimo’. L’incontro con i doppiatori italiani

Intervista a Arianna Craviotto, Gigi & Ross e Sissi. Il film d'animazione è dal d22 novembre su Netflix

play
Uscite

‘Per il mio bene’. Maternità, pregiudizi e omaggio a grandi artisti

Intervista a Leo Gullotta e Mimmo Verdesca. Il film in sala dal 5 dicembre con 01 Distribution

Uscite

‘Per il mio bene’: storia di una donna alla ricerca delle proprie origini

In sala il 5 dicembre con 01 il film di Mimmo Verdesca, con Barbora Bobulova, donna che in circostanze difficili scopre di essere stata adottata


Ultimi aggiornamenti