Viesturs Kairišs: “la Lettonia del ’91 come l’Ucraina di oggi”

Il regista di January, trionfatore della Festa del Cinema, commenta la vittoria senza dimenticare riferimenti alla situazione politica attuale. Felici per i loro premi anche Shekhar Kapurnon e Ady Wal


La 17ma Festa del Cinema ha avuto un protagonista a sorpresa, si chiama Viesturs Kairišs, è lettone e ha portato a Roma un film dal forte impatto politico, January, che ha vinto ben tre premi: Miglior Film, Miglior Regia e Miglior Attore. Nonostante parli di amore per il cinema (e di amore in senso stretto), questo film ambientato in Lettonia oltre 30 anni fa ci riporta velocemente a quanto di terribile sta accadendo in questi mesi in Europa.

“Gennaio è il primo mese dell’anno, il mio è un film che parla dell’inizio: l’inizio di una vita creativa, ma anche l’inizio di un paese indipendente come la Lettonia. – dichiara Kairišs – Ci siamo liberati dall’URSS nel ‘91 ed è stato molto importante per noi. In quel gennaio, dopo 50 anni di occupazione sovietica, le persone lettoni e baltiche sono andate nelle strade, hanno costruito barricate e hanno espresso fortemente il loro forte desiderio di liberarsi dall’Unione Sovietica. È stato il più grande risultato della nostra storia. Oggi grazie all’Ucraina lo capiscono tutti. Per me il mondo non è cambiato il 24 febbraio 2022, perché sentivamo chiaramente che Putin voleva rioccupare quei territori, era ovvio, non ha mai voluto nasconderlo. Ed è folle come l’Europa voglia scendere a patti con lui. Ormai è troppo tardi per comprendere, ma c’è ancora speranza”.

Di tutt’altro tono il film vincitore del premio alla Miglior commedia, ovvero What’s Love Got to Do with It? di Shekhar Kapur, che preferisce definirlo un “dramma familiare”. “Abbiamo dimenticato i fondamentali dell’amore. – afferma – La vita non è altro che la scoperta di cosa significa amore. È un’esigenza? Un desiderio? È intimità? Io sono cresciuto con una famiglia in cui si litiga, si discute, poi si torna a scherzare perché senza scherzare non sopravvivremo. Il film parla della scoperta dell’amore. Nessuno ti dice che cosa è, devi uscire da casa per scoprirlo. Quindi parla di ciò che siamo. Tutti dicono che è una commedia romantica, ma non lo è. Parla di famiglia, scoperta e desiderio dell’amore, intimità. L’amore è quella cosa che ci tiene insieme come famiglia”.

Tra i film più apprezzati dalle varie giurie anche Ramona di Andrea Bagney, che vince tra gli altri anche il premio alla miglior sceneggiatura. A nome della regista parla l’attrice protagonista Lourdes Hernández: “Andrea ha fatto la regia ha scritto la sceneggiatura e ha prodotto il film. È un’opera estremamente intima. La sceneggiatura è la prima cosa, senza una storia non c’è un film. La prima volta che l’ho letta ne sono rimasta profondamente commossa. È una commedia romantica che contiene anche molta verità, un’opera universale: in genere nelle commedie romantiche l’amore vince sempre, in questo caso non si capisce bene cosa succederà. Succedono cose che improvvisamente si rovesciano. Non sai mai dove va a parare la storia. È questo il bello di questa sceneggiatura”.

Un altro film caratterizzato da una stupenda fotografia in bianco e nero, è SHTTL di Ady Walter, vincitore del Premio del pubblico: “Sono molto felice. Ho girato un film in bianco e nero in yiddish, non pensavo di certo di vincere un premio. – dichiara il regista – Ma credo che il film dica qualcosa di importante. Ogni film dovrebbe parlare con chiunque, non credo che conti sempre il contesto. Fare un film collegato alla cultura yddish ed essere accolto in questo modo è molto gratificante. Non parlo di guerra, c’è solo un minuto, il resto del film sono storie d’amore e racconti. Parlo di amore e per questo sono molto felice”.

Lilith Grasmug, Menzione Speciale della Giuria all’attrice, commenta il suo ruolo in Foudre: “Elizabeth è un po’ particolare, io sono una donna come lei, combatto per gli stessi diritti. Ma credo di essere stata abbastanza fortunata perché i miei diritti non mi sono mai stati negati. Sono sempre stata libera di esplorare qualsiasi strada. Per questo non posso identificarmi al 100% con lei, ma ho percepito una forte connessione, soprattutto per quello sta accadendo ora nel mondo. È difficile pensare quanto ancora c’è da fare. La lotta deve andare avanti e spero che questo film possa aprire la mente delle persone”.

Carlo D'Acquisto
22 Ottobre 2022

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