Non c’è bisogno di troppe presentazioni per Apocalypse Now, pellicola del 1979 diretta da Francis Ford Coppola (e liberamente basata sul romanzo di Joseph Conrad, ‘Cuore di tenebra’), vincitrice della Palma d’oro al 32º Festival di Cannes. Il film si aggiudicò anche il premio Oscar per la miglior fotografia assegnato a Vittorio Storaro e per il miglior sonoro a Walter Murch ed è certamente uno dei più celebri e apprezzati film sulla guerra del Vietnam (e non solo) di tutti i tempi.
Apocalypse Now rappresenta vividamente il dilemma morale insormontabile che la guerra comporta, concentrandosi sulle figure del colonnello Walter Kurtz (interpretato da Marlon Brando) – un disertore dell’esercito americano, che simboleggia in modo sommario il male, la follia e la devianza – e del capitano Benjamin Willard (interpretato da Martin Sheen) – un sicario che incarna in generale il bene, la ragione e il rispetto delle “regole”. Tuttavia, lo sviluppo del film suggerisce almeno una parziale ridefinizione di queste due figure e dei valori che incarnano, e porta ad una seria riflessione sulla difficoltà umana di separare nettamente il bene dal male, la follia dalla ragione, la norma dalla ribellione.
Le riprese furono realizzate lungo il fiume Pagsanjan, situato nelle Filippine, e furono esse stesse un viaggio nel cuore delle tenebre, come racconta Coppola nel documentario Viaggio all’Inferno, famoso quasi quanto il film. I rapporti tra la troupe e il governo filippino, guidato dal dittatore Ferdinand Marcos, si dimostrarono subito piuttosto complicati. Nonostante ciò, gli elicotteri che appaiono nel film erano noleggiati dall’aviazione filippina, che li impiegava effettivamente negli attacchi contro i ribelli musulmani durante la guerra civile in corso al momento delle riprese. Coppola era fermamente convinto che per interpretare il personaggio del colonnello Kurtz avrebbe dovuto immergersi profondamente nella coscienza tormentata del protagonista.
Pertanto, il regista intraprese un lavoro di autoanalisi e si dedicò in maniera ossessiva alla lettura di ‘Cuore di tenebra’, portando il libro sempre con sé e prendendo appunti e annotazioni.
Ma il peggio si verificò quando un tifone colpì il set e distrusse tutto, costringendo la troupe a ricominciare da zero. Questo accadde principalmente a causa della decisione di Coppola di girare durante la stagione delle piogge, quando i tifoni sono frequenti. Inoltre, Sheen subì un infarto che portò all’utilizzo di una controfigura per le riprese durante il periodo di convalescenza. Infine, durante le riprese della scena iniziale nella camera d’albergo, in cui il capitano appare evidentemente fuori controllo, l’attore si ferì realmente alla mano (essendo ubriaco, accidentalmente ruppe uno specchio), ma chiese di continuare la ripresa, rendendola così estremamente realistica.
Coppola era maniacalmente attento ai dettagli: si narra che per garantire un’autenticità viscerale alle scene, nella base in cui il personaggio interpretato da Marlon Brando si “nasconde”, furono ammassati rifiuti e cadaveri di topi. L’odore putrefatto era così intenso che la moglie di Sheen cercò di far pulire tutto, affermando che suo marito non avrebbe mai messo piede in un luogo così insalubre.
Tuttavia, la parte peggiore riguarda la leggenda secondo cui furono forniti cadaveri per una scena che richiedeva la presenza di persone decedute. Secondo quanto ricordato dall’Indipendent, la polizia arrivò sul set del film e richiese i passaporti di tutti i presenti. “Non sapevano se avessimo ucciso quelle persone”, spiegò il produttore Frederickson. “Questo perché quei cadaveri non erano stati identificati. Sono stato preoccupato per giorni”. Si scopri che la colpa ricadeva su un giovane incaricato di fornire cadaveri a una scuola di medicina per le autopsie. Dopo il raid della polizia sul set, il ragazzo fu arrestato e nel film non furono mai utilizzati cadaveri.
Coppola fu anche al centro di una crisi finanziaria. Lo studio si infastidì presto poiché il film aveva superato di gran lunga il budget previsto. Tra ritardi di produzione e costi crescenti delle riprese, Coppola si trovò a dover scegliere se rischiare e continuare a dirigere il film o arrendersi e decise di optare per la prima opzione. Pagò gran parte delle spese con i suoi soldi, arrivando persino a mettere una nuova ipoteca sulla sua casa. Con l’accumularsi dei problemi, l’aumento dei tifoni che minacciavano il set e le difficoltà finanziarie che mettevano in ginocchio anche il suo matrimonio Coppola cadde in una profonda depressione, che culminò in un tentativo di suicidio che, fortunatamente, non ebbe successo.
Esistono più versioni del film con montaggi differenti, tra cui la Redux del 2001 e la Final Cut del 2019, che è quella usata per la proiezione al Parco degli Acquedotti. Anche se è il più famoso, Apocalypse Now non è l’unico adattamento di ‘Cuore di tenebra’. Si ricorda ad esempio la versione televisiva di Nicolas Roeg del 1994, più fedele al libro – che si ambientava nell’Africa Coloniale – con Tim Roth e John Malkovich, rispettivamente protagonisti come Marlow e Kurtz.
Inoltre, la narrazione e l’ambientazione del videogioco del 2008 Far Cry 2, sono fortemente ispirate al racconto. Il giocatore assume il ruolo di un mercenario operante in Africa il cui compito è uccidere un trafficante d’armi, l’inafferrabile “Sciacallo”. ‘Cuore di tenebra’ è il titolo dell’ultimo capitolo del gioco. Anche il videogame del 2012 Spec Ops: The Line è ispirato a ‘Cuore di tenebra’, e contiene numerosi riferimenti anche ad Apocalypse Now: il più evidente è di certo il personaggio del colonnello John Konrad, che ricorda in tutto e per tutto il colonnello Walter E. Kurtz. Il cognome Konrad, inoltre, è un chiaro omaggio a Joseph Conrad.
Nel 2019 esce in America l’adattamento a fumetti del romanzo realizzato da Peter Kuper, edito in Italia nel 2021 da Tunué. Leggendaria poi la citazione del film di Andrea Pazienza nel fumetto ‘Giorno’, dove uno studente fuoricorso e fuorisede del DAMS, chiaramente impreparato per un esame che sostiene solo per evitare il servizio militare, si arrampica sugli specchi per imbastire un discorso su ‘Apocalipsi Nau’, come lo chiama lui. La scena è riportate fedelmente anche nel film Paz! di Renato De Maria, ispirato alle opere del poliedrico fumettista.
Omaggio inaspettato anche dal film Kong: Skull Island, che nel rinverdire il mito di King Kong finisce spesso per citare il film di Coppola sia visivamente che concettualmente, per cui la “Grande Scimmia” (come la chiamava Alberto Abbruzzese) diventa una sorta di versione selvaggia di Kurtz, re dell’isola e ultimo della sua specie-
Molti gruppi musicali hanno omaggiato sia il romanzo che il film di Coppola, ad esempio gli alfieri dell’Heavy Metal Iron Maiden con il brano The Edge of Drakness, contenuto nell’album The X Factor del 1995.
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