Pronto a grandi linee il 55° Festival di Locarno (1-11 agosto 2002) che annuncia, con il tradizionale cocktail romano all’Ambasciata svizzera, giurie, omaggi e novità varie, in attesa di farci conoscere i titoli in rassegna. Nessun italiano nella giuria del concorso internazionale, presieduta dal produttore serbo Cedomir Kolar (No man’s land) e composta, tra gli altri, dall’iraniano Jafar Panahi, dallo svizzero Bruno Ganz (Pane e tulipani), dall’ungherese Bela Tarr. Dante Spinotti, direttore della fotografia da Oscar, fa parte della giuria video; Fabrizio Grosoli di Tele+ sarà tra i giurati dei Pardi di domani.
Antonio Tabucchi figura tra gli scrittori che animeranno una serie di incontri letterari parlando del loro rapporto col cinema (Rebus e Notturno indiano sono tra i film ispirati alle sue pagine). E se il Pardo d’onore va all’americano Sidney Pollack, un partecipe omaggio il direttore del festival, Irene Bignardi, l’ha voluto tributare al collega e amico Tullio Kezich, inviato a Locarno dall’estate del 1952 (per Radio Trieste), in giuria nell’84, tra i produttori di I basilischi di Lina Wertmuller (1963) e di Un anno di scuola di Giraldi nel ’77, che aveva curato per la Rai. Al critico del “Corriere della sera” andrà un Pardo di rete e di ferro opera della scultrice argentina Gloria Argeles in ricordo di questi cinquant’anni di frequentazioni ticinesi.
La retrospettiva “Indian Summer”, dedicata al cinema indiano senza esclusioni, da Satyajit Ray a Bollywood, sta perfettamente sulla notizia dopo il Leone d’oro a Mira Nair e l’entusiasmo che suscitò l’anno scorso in Piazza Grande il fluviale musical sul cricket Lagaan (sta per uscire nelle sale italiane distribuito da Key Films), meno ovvia invece appare quella per il canadese Allan Dwan “Il nome sotto il titolo”. Quaranta titoli per scoprire un cineasta che non sfuggì a Peter Bogdanovich ma che quasi nessuno – anche tra gli esperti – ricorda nonostante film come La maschera di ferro o Le sabbie di Iwo Jima. E’ una scoperta di Giorgio Gosetti.
Infine un evento dedicato all’Afghanistan, con film recuperati avventurosamente dopo essere stati nascosti dal direttore della Cineteca di Kabul per sottrarli a roghi politici: una tavola rotonda chiuderà il festival l’11 agosto portando i temi caldi del conflitto all’attenzione dei cinefili e ospiti come Emma Bonino o Gino Strada.
Resta da dire del Premio alla memoria del compianto presidente Raimondo Rezzonico, 10.000 franchi svizzeri messi in palio dal Comune di Minusio per il produttore indipendente dell’anno. Il primo a portarselo a casa, in Portogallo, sarà Paulo Branco.
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