La Berlinale 2001 presenterà in retrospettiva l’integrale dei film di Fritz Lang. Tra questi, sei sono stati restaurati dal laboratorio L’Immagine Ritrovata di Bologna, che vede così riconosciuto a livello internazionale il lavoro svolto nel campo dalla sua fondazione nel ’92.
I sei film in questione, tra cui alcuni dei capolavori del maestro di Vienna, sono stati tutti realizzati in Germania nel periodo dell’entre-deux-guerres. Stiamo parlando di Una donna sulla Luna, girato nel 1929; del primo e secondo episodio del Dottor Mabuse, dello stesso anno; del Testamento del dottor Mabuse, del 1933, e di M, il mostro di Dusseldorf, che è del ’31. Ma ci sono anche due rari film dell’immediato primo dopoguerra di cui Lang scrisse solo la sceneggiatura: la Peste a Firenze, del ’19, e Hilde Warren e la morte, del ’17.
“Per la prima volta è stato possibile lavorare sui film di Lang avendo a disposizione tutto il materiale noto agli storici – racconta Nicola Mazzanti, il giovane direttore del’Immagine Ritrovata – “Tutto ciò è potuto accadere grazie a una serie di eventi di portata storica, come la riunificazione della Germania, che ha fatto crollare anche la cortina di ferro cinematografica innalzata in passato tra le cineteche dell’Est e dell’Ovest. Ma il merito è anche della nuova concezione imprenditoriale delle aziende che detengono i diritti delle opere di Fritz Lang”.
I promotori del “restauro Lang” sono la Murnau Stiftung di Wiesbaden, che è in possesso dei diritti di tutto il cinema tedesco prodotto tra il 1919 e il 1945, e la distribuzione Kirch Media di Monaco di Baviera. L’Immagine Ritrovata ha lavorato così a stretto contatto con Cineteche di fama internazionale quali il Bundesarchiv-Filmarchiv di Berlino, il Deutsches Filminstitut di Francoforte, il Munchener Filmmuseum di Monaco di Baviera, la Cinémathèque Française di Parigi e la Cinémathèque Suisse di Losanna. I film di Lang del periodo americano, tra il ’36 e il ’57, sono stati restaurati dall’Academy Film Archive, dalla Twentieth Century-Fox, dalla Sony e dalla Warner Bros., mentre l’opera più celebre del maestro viennese, Metropolis, del ’26, è stata integralmente affidata alle cure del Bundesarchiv-Filmarchiv di Berlino.
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