VERONESI VS BRUNI: ping pong su blocco e/o uscita in piattaforma dei film

Veronesi e Bruni: confronto e disaccordo su uscite a pagamento sulle piattaforme dei film bloccati dall’emergenza


Repubblica propone un confronto – e un disaccordo – tra Giovanni Veronesi – che auspica di pensare ad un biglietto web, come Hollywood ha già fatto, per non bloccare le uscite dei film in attesa della riapertura delle sale, così da dare ossigeno al cinema italiano – e Francesco Bruni, che tiene il punto sulle emozioni che il cinema suscita solo nella fruizione in sala. 

Veronesi ha scritto su Twitter: “Non si capisce che cosa ci vuole per mettersi d’ accordo. La gente sta a casa adesso, quindi li spenderebbe volentieri 10 euro per vedere un film che non è uscito. Lo vede tutta la famiglia, è pure conveniente ma almeno questi film hanno una vita”. Il regista e sceneggiatore toscano ha firmato, con Carlo Verdone e Pasquale Plastino, la sceneggiatura di Si vive una volta sola, che sarebbe uscito il 27 febbraio scorso, ma al momento galleggia nel limbo delle release ancora da definire, causa la chiusura delle sale per l’ emergenza sanitaria. 

80 titoli sono bloccati, da Tornare di Cristina Comencini a La volta buona di Vincenzo Marra. Le associazioni di categoria si stanno adoperando per cercare soluzioni, affinché qualche titolo possa uscire sulle piattaforme, e Hollywood sta già dando un segnale in questa direzione: Trolls World Tour esce il 10 aprile, in contemporanea nelle sale e su piattaforma. Così come s’approssimano le distanze tra sala e home video per L’ uomo invisibile, The Hunt , Emma.

“Siamo i primi ad aver intuito che bisognava agire in questo momento drammatico – spiega il presidente dell’ Anica, Francesco Rutelli – ma mentre negli Stati Uniti le major decidono ognuna per sé, noi cerchiamo di lavorare tutti insieme. Quanto ai film italiani, stiamo lavorando con il Ministero dei Beni culturali per ottenere una deroga speciale alla normativa che considera un film tale, con i benefici che ne derivano compreso il tax credit, solo in caso di uscita al cinema”. 

Giovanni Veronesi, raggiunto da Repubblica per via telefonica, conferma il suo punto di vista: “L’ho anche detto a Verdone, è un peccato che il suo film non esca, alle famiglie farebbe piacere vederlo. In questo momento sarebbe l’ occasione per mettersi tutti insieme e far uscire i film, visto che le sale sono chiuse e gli esercenti non ci rimettono o possono essere coinvolti negli introiti. Non si può aspettare che tutti escano a ottobre come sardine, uno a settimana e via. Non sappiamo come o quando finirà l’ emergenza e mi è venuto spontaneo pensare: mettiamo sulle piattaforme i film che dovevano uscire in questa stagione. La gente è a casa e guarda la tv, per una cifra non alta possono vederli in quattro, cinque. Mi pare una soluzione dignitosa e l’occasione per mettere alla prova questo tipo di fruizione. Ma non bisogna aspettare uno o due mesi, poi la gente uscirà di casa per andare al mare. Lo dovevano fare un mese fa, dissi a Carlo, ma lui mi spiegò che la decisione non spettava a lui. È una cosa che valuterei indipendentemente dal momento: il pubblico delle piattaforme è più vasto e di età variegata, significa che il cinema può essere fruito ovunque. Come e a che prezzi lo decidano gli esperti”. 

Francesco Bruni, di altro punto di vista, nonostante ieri fosse la data indicata per l’uscita del suo Andrà tutto bene, con Kim Rossi Stuart: “Questa cosa si farà se proprio necessaria ma mi auguro che così non sia. Sono contrario a mettere il mio film su piattaforme a pagamento perché la visione in sala moltiplica le emozioni. Sarò vecchio, ma i film li vedo al cinema. Assesterebbe un brutto colpo agli esercenti, anche se ne ricaverebbero una piccola parte, e all’ abitudine a vedere il film in sala. Se qualche collega vuole uscire è libero. Gli americani lo facciano con i loro titoli, ma con i film d’ autore la visione in salotto ne soffre”.

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20 Marzo 2020

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