“Molti mi chiedono se mi batterò fino alla morte per i film italiani. Certo che mi batterò. Ma loro dovranno aiutare me nello stupirmi e nell’emozionarmi”. E’ quanto afferma Carlo Verdone, componente della giuria alla Mostra del Cinema di Venezia, in un articolo scritto per l ‘Osservatore Romano’ su questa sua nuova esperienza.”Non è infatti una competizione sportiva e urge molta onestà nel giudizio – spiega l’attore e regista romano – Anche perché gli altri giurati sono molto rigorosi e indirizzati a una qualità molto alta. L’importante è insomma premiare il vero talento. Se sarà italiano sarò strafelice. Ma se sarà un altro vuol dire che è quello ad avere più colto nel segno. E ne dobbiamo gioire in ogni caso”.
Verdone racconta sul quotidiano della Santa Sede le tanti estati trascorse al festival del Lido dove andava da adolescente col padre Mario, critico cinematografico, uno dei dirigenti e dei selezionatori delle opere in concorso. A Venezia riceverà anche il premio Bresson: “Avrò un rimpianto il giorno della consegna – commenta – quello di non avere davanti mio padre. Perché dedicherò il premio a lui e al suo lavoro di grande educatore verso noi figli. Lui è stato il migliore e lui, per primo, ringrazierò”.
"Una pellicola schietta e a tratti brutale - si legge nella motivazione - che proietta lo spettatore in un dramma spesso ignorato: quello dei bambini soldato, derubati della propria infanzia e umanità"
"Non è assolutamente un mio pensiero che non ci si possa permettere in Italia due grandi Festival Internazionali come quelli di Venezia e di Roma. Anzi credo proprio che la moltiplicazione porti a un arricchimento. Ma è chiaro che una riflessione sulla valorizzazione e sulla diversa caratterizzazione degli appuntamenti cinematografici internazionali in Italia sia doverosa. È necessario fare sistema ed esprimere quali sono le necessità di settore al fine di valorizzare il cinema a livello internazionale"
“Non possiamo permetterci di far morire Venezia. E mi chiedo se possiamo davvero permetterci due grandi festival internazionali in Italia. Non ce l’ho con il Festival di Roma, a cui auguro ogni bene, ma una riflessione è d’obbligo”. Francesca Cima lancia la provocazione. L’occasione è il tradizionale dibattito organizzato dal Sncci alla Casa del Cinema. A metà strada tra la 71° Mostra, che si è conclusa da poche settimane, e il 9° Festival di Roma, che proprio lunedì prossimo annuncerà il suo programma all'Auditorium, gli addetti ai lavori lasciano trapelare un certo pessimismo. Stemperato solo dalla indubbia soddisfazione degli autori, da Francesco Munzi e Saverio Costanzo a Ivano De Matteo, che al Lido hanno trovato un ottimo trampolino
Una precisazione di Francesca Cima
I due registi tra i protagonisti della 71a Mostra che prenderanno parte al dibattito organizzato dai critici alla Casa del Cinema il 25 settembre