Verdone: Furio potrebbe tornare, ossessionato dal contagio

Verdone: Furio potrebbe tornare, ossessionato dal terrore del contagio


Carlo Verdone, chiamato in causa sulla questione pandemia, pensando ad un racconto in chiave di commedia, ammette che potrebbe pensare ad “una sorta di ‘Furio’ ossessionato dal terrore del contagio in modo parossistico ed ossessivo. Doppia mascherina, scorta di guanti, misurazione due volte al giorno della temperatura corporea, controllo dell’applicazione su dove si è recata la moglie e chi ha incontrato. Purificazione delle maniglie di casa, delle chiavi, del cellulare, delle banconote con alcol. Fuga istantanea da chi ha un colpo di tosse innocuo. Un uomo che finirà dal neurologo o dallo psichiatra, perché ce lo manderà la moglie a calci nel sedere..”, come dichiarato a Rai News, in un più ampio, e anche serio, interlocutorio sul tema. 

L’attore e regista non ha mai nascosto la propria passione per la materia medica e un po’ di ipocondria ha spesso donato il tocco geniale a suoi personaggi iconici, dal Bernardo di Maledetto il giorno che t’ho incontrato al Furio di Bianco Rosso e Verdone, appunto: “Inserirei nella commedia solo elementi che si ricollegano a questo periodo. Dobbiamo continuare a scrivere in massima libertà ma non possiamo dimenticare il patema che abbiamo subito e alcuni dettagli comportamentali che andranno leggermente a modificarsi. I virus non restano in eterno e la vita riprenderà. Ma credo che qualcosa non sarà esattamente come prima” e, parlando di cinema in senso più ampio, Carlo Verdone riflette che: “se riusciremo ad azzerare veramente i contagi, la produzione cinematografica ripartirà, anche prima di un vaccino. In questo modo il cinema potrà diventare la prima rassicurazione per lo spettatore, cioè si potrà entrare in una sala e vivere senza angoscia la storia di un film. Ci vorrà, ovviamente, un po’ di tempo, ma i tanti che ora non lavorano torneranno a lavorare per il cinema, perchè il cinema, secondo me, non morirà mai. È il tempio dell’immagine. Per quanto riguarda Netflix, Amazon o HBO, rappresentano piattaforme molto importanti soprattutto adesso che i cinema sono chiusi, la qualità è buona, ci sono buone ma anche brutte serie. Ma ritengo che il cinema, soprattutto d’autore, resti sempre il cinema d’autore e che il tempio migliore per fruirlo sia sempre la sala cinematografica. Gli spettatori e le serie di queste piattaforme aumentano, quindi c’è da aspettarsi del buono, che già ci hanno proposto. Penso che finiremo per lavorare per loro, soprattutto ora con i problemi dovuti alla pandemia”. 

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28 Aprile 2020

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