Vanessa Paradis in un thriller porno gay infarcito di citazioni

È un aperto omaggio al genere il film in concorso Un Couteau Dans Le Coeur di Yann Gonzalez, con Vanessa Paradis nei panni di una produttrice di porno a basso costo alle prese con un serial killer


CANNES – È un aperto omaggio al genere, da Brian De Palma a Dario Argento, il film in concorso Un Couteau Dans Le Coeur di Yann Gonzalez, regista che ha iniziato la sua carriera come critico cinematografico, esperienza da cui ha sicuramente attinto per gli abbondanti riferimenti cinematografici con cui ha infarcito la pellicola, che ricalca al tempo stesso anche alcuni B-movie degli Anni ‘80. Un thriller ambientato nella scena porno gay francese, nel 1979, un momento in cui non si parlava ancora di AIDS, ed emancipazione sessuale, libertà sociale ed edonismo dilagavano. Protagonista Vanessa Paradis nei panni di una produttrice di porno a basso costo, appena lasciata dalla sua montatrice e amante che cerca in tutti i modi di riconquistare girando il suo film più ambizioso insieme al fidato braccio destro Archibald (Nicolas Maury). Ma un misterioso serial killer mascherato sta uccidendo senza pietà i suoi attori uno ad uno. 

Una donna difficile, alcolizzata, a volte aggressiva con i suoi attori, ma anche un personaggio profondamente innamorato e ferito dall’abbandono subito, la cui storia, come ha raccontato il regista in conferenza stampa, è ispirata a un personaggio reale, una produttrice francese di porno innamorata della sua montatrice, “una donna potente, ma anche imperfetta, ingiusta, eccessiva”, su cui il regista voleva inizialmente girare un documentario: “Ho incontrato molte persone che l’avevano conosciuta o che hanno lavorato con lei. Ho raccolto molto materiale e alla fine ho capito che era la base ideale per un film di finzione”.

Un Couteau Dans Le Coeur è una pellicola  che riesce ad essere esteticamente eccessiva, barocca, a volte persino patetica, e al tempo stesso quasi ingenua nella sua ricerca a tutti i costi della rappresentazione di un edonismo giocoso e onnipresente, “un modo per riportare la gioia nel sesso e reagire al momento di regressione e puritanesimo in cui viviamo”, lo definisce il regista. Ma vuole anche essere il ritratto di una femminilità vista da ogni angolazione, anche nelle sue accezioni più negative, interpretata da una Vanessa Paradis per l’occasione in versione biondo platino, che è già stata al Festival due ani fa come giurata ma che per la prima volta vi partecipa con un film: “Volevo tornare a Cannes per difendere un lavoro di cui sono molto orgogliosa, mi sento fortunata di avervi preso parte perché per un attore è un sogno poter recitare una parte così intensa e ricca, e poter interpretare un personaggio che attraversa tutti gli stati: disastro, violenza, passione.  Un film creativo su tutti livelli, sia negli aspetti tecnici che interpretativi, nel quale abbiamo tutti lavorato con divertimento, anche se eravamo sempre molto concentrati”.

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18 Maggio 2018

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