Valeria Golino: “L’arte della gioia, inno alla disubbidienza”

E' un grande romanzo di formazione al piacere e alla libertà, 'L'arte della gioia', la serie diretta da Valeria Golino e tratta dal romanzo di Goliarda Sapienza, con Tecla Insolia, Jasmine Trinca, Valeria Bruni Tedeschi


CANNES – Un grande romanzo di formazione femminista che mette insieme la leggendaria scrittrice siciliana Goliarda Sapienza (1924-1996), la regista Valeria Golino, l’attrice Jasmine Trinca, la produttrice Viola Prestieri e la giovane protagonista, nei panni di Modesta, Tecla Insolia, in un team quasi interamente al femminile.

L’arte della gioia debutta al 77° Festival di Cannes, quindi la serie sarà distribuita da Vision nelle sale in due parti, il 30 maggio e il 13 giugno per poi essere trasmessa su Sky e Now TV. Prodotta da Sky Studios e da Viola Prestieri per HT Film, è il libero adattamento del romanzo postumo edito da Einaudi, un libro “scandaloso” scritto tra il 1967 e il 1976 rifiutato dalle case editrici italiane e portato al successo dai tedeschi e poi dai francesi. La serie Sky Original in sei puntate arriva a cento anni dalla nascita di Goliarda Sapienza e dopo diversi tentativi andati a vuoto di portare al cinema il suo capolavoro.

Al centro della vicenda, nei primi anni del secolo scorso e durante la prima guerra mondiale e l’epidemia di spagnola, c’è Modesta, nata in Sicilia il 1° gennaio del 1900 da una famiglia misera, cresciuta senza i genitori dopo che madre, sorella e padre periscono nel rogo della casupola, allevata dalle suore, prima nelle grazie della Madre Superiora, quindi caduta in disgrazia, condotta nella villa della Principessa Brandiforti (una straordinaria Valeria Bruni Tedeschi) che in qualche modo la adotta ma ne viene travolta. Modesta infatti non si ferma davanti a nulla, mossa dal desiderio e dalla voglia di riscatto, è una donna libera, una ribelle ante litteram che non conosce il senso di colpa, una manipolatrice che non riusciamo mai a detestare perché incarna la capacità di “prendersi la gioia” dovunque e comunque, forte con i forti, gentile con i deboli.

Nella serie, scritta con Francesca Marciano, Valia Santella, Luca Infascelli e Stefano Sardo, viene trasposta solo una prima parte del libro. “Il 10 maggio è stato il centenario della nascita di Goliarda Sapienza, che ho incontrato quando avevo 18 anni, sul set di Storia d’amore di Citto Maselli. Ho il rimpianto di non aver capito a pieno l’occasione che mi si era presentata, essendo molto giovane. Avevamo un rapporto affettuoso, lei era la mia coach, capivo che era una persona speciale, ma ero distratta e non avevo ancora letto i suoi libri. Se solo avessi saputo che era una mente così originale, sempre alla ricerca della bellezza, avrei goduto meglio quell’occasione”.

Il rapporto con il libro, un cult per molte donne e femministe, si è sviluppato nel tempo. “Da lettrice, tanti anni fa, mi ha turbato la sua scabrosità, l’eros morboso, mi è piaciuto ma ne ero anche turbata, lo sentivo quasi alieno. Poi l’ho riletto anni dopo, infine Viola Prestieri ha preso i diritti e si è rivolta a me. Angelo Pellegrino, il vedovo di Goliarda, ha deciso di cederli a noi”. “Quando ho saputo che i diritti erano liberi – chiarisce Prestieri – mi sono fatta avanti e il fatto che ci fosse Valeria coinvolta, ha fatto pendere la bilancia dalla nostra parte”.

Photo by David Niviere/ABACAPRESS.COM

All’inizio si lavorava a un lungometraggio. “Con le sceneggiatrici Santella e Marciano – spiega Golino, protagonista anche di un affollato Rendez-vous al Palais – abbiamo cercato di concentrare quel ben di Dio di cose che succedono in un film, ma siamo cadute in depressione. Come dare un significato verticale a questa storia? Ecco che è arrivata l’idea della serie, che senza Sky non si sarebbe potuta fare”. Conferma Viola: “Altrove i contenuti sarebbero stati manomessi, il desiderio sessuale di Modesta bambina, la terribile vicenda con il padre sono temi difficili”.

L’arte della gioia come straordinario serbatoio di storie di un femminile inedito, spudorato, libero di prendersi ciò che vuole senza chiedere il permesso. “Tutti i personaggi femminili del libro sono interessanti, complicati, fuori dagli archetipi in un romanzo che gioca con gli archetipi – afferma Valeria Golino – Modesta è un unicum nella letteratura italiana, è oltre la modernità, più avanti anche di noi. Una donna così poco edificante, che ha tutti i grandi difetti degli uomini”. E prosegue: “L’arte della gioia è un inno alla libertà, all’autocoscienza e all’autodeterminazione, ma anche al dissenso e alla disobbedienza. Personalmente non credo ci sia messaggio più forte e contemporaneo per il pubblico di oggi”. ​​​

Interviene Jasmine Trinca, fedele compagna di viaggio della Valeria Golino regista a partire da Miele: “Madre Leonora è una donna chiusa in convento perché ha peccato, pur essendo di nobile famiglia, le viene preferito un semplice gabellotto. Lei e Modesta si specchiano l’una nell’altra rispetto all’emancipazione femminile. Tecla Insolia ci ha raccontato che nel suo sguardo non c’è un evento di rottura nel comportamento di Modesta, ma qualcosa di acquisito, mentre per noi che siamo di una generazione precedente è una liberazione vedere finalmente un personaggio femminile non perbene. Mi piacerebbe che la spettatrice guardasse questa opera come Madre Leonora, concependo un desiderio lecito e possibile. Il privilegio maschile è stato dato per scontato, come se fosse uno stato di natura, ma non è naturale, è culturale. Mi auguro che questo film possa svelare anche agli uomini un altro orizzonte”.

Valeria Bruni Tedeschi è uno dei cardini del film, con la sua interpretazione della principessa che assiste alla fine del suo mondo di privilegio e potere assoluto. “Valeria è una fuoriclasse – dice di lei Golino – ha una incredibile imprevedibilità di attrice. Pensavo che fosse troppo giovane per il ruolo della Principessa Gaia, ma lei si è imposta. È un cavallo di razza con una potenza che si condensa. Di Jasmine non riesco a fare a meno, mi arriva persino in sogno. Tecla mi ha conquistato cantando Mi sono innamorata di te. In quel momento si è fermato il tempo”.

Due personaggi che non sono nel libro, l’autista Rocco (Giuseppe Spata) e Suor Ilaria (Alessia Debandi): “Modesta nel libro non ha rivali, a parte la Principessa Gaia, quindi non è mai veramente in pericolo. Avevo bisogno di personaggi che non la facessero sentire sempre al sicuro”.

Tra i riferimenti, magari involontari, Il Gattopardo. “E’ un film che ho visto tantissime volte e che fa parte del mio gusto – spiega Golino – Il mio non vuol essere romanzo storico, ma parla di un mondo che sta cambiando, della fine delle caste. La Principessa è un personaggio spregiudicato, che fa leggere Baudelaire alla ragazza, ma allo stesso tempo è ancorata alla sua vita di sempre. In questo c’è Il Gattopardo, anche se in modo subliminale”.

La serie, che ha tra gli interpreti anche Guido Caprino, Alma Noce, Giovanni Bagnasco, potrà proseguire con le altre tre parti del romanzo? Nils Hartman di Sky non lo esclude e Viola Prestieri annuncia: “Ci stiamo già lavorando”.

 

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