Due titoli Fandango che potremmo ritrovare a Venezia o in qualche altro festival importante di qui all’autunno sono passati oggi sul palco delle Giornate professionali: Texas, opera prima di Fausto Paravidino e La guerra di Mario di Antonio Capuano. Paravidino, scrittore teatrale già premiato dall’Ubu nonostante le giovanissima età, ha incontrato Domenico Procacci grazie a Luciano Ligabue e Giuseppe Piccioni. Entrambi avevano letto sue cose teatrali trovandole notevolissime. È nato così il copione di Texas, uno spaccato di vita piemontese con personaggi tra i trenta e i quaranta insoddisfatti della provincia, disintegrati e refrattari alle responsabilità. “Un film che si fatica a raccontare perché non ha una storia ma si sviluppa attraverso tre sabati sera col pretesto di un piccolo scandalo erotico”. Lo interpretano Riccardo Scamarcio, Iris Fusetti, Carlo Orlando, Valerio Binasco, lo stesso Paravidino e& Valeria Golino. È ancora lei, quasi irriconoscibile con i capelli lisci e biondi, la protagonista del film di Capuano (si chiamava Solo un bambino ora è diventato La guerra di Mario): una borghese senza figli che ottiene in affidamento, con il compagno Andrea Renzi, un ragazzino di nove anni di quelli definiti “difficili” dai tribunali dei minori. “La loro è quasi una storia d’amore – spiega l’attrice, ancora madre dopo Respiro – lei vuole farsi amare a tutti i costi e fa un sacco di errori per farsi accettare”. Mentre il regista, che torna ancora una volta a parlare d’infanzia senza reticenze, sottolinea che non solo Mario è in guerra ma anche le due Napoli raccontate dal film, quella ricca e privilegiata e l’altra, città dura e aspra, invivibile. Fandango coproduce con la Indigo di Nicola Giuliano e Francesca Cima, come già per il premiatissimo film di Sorrentino, ma sarà Medusa a distribuire, come nel caso di Texas.
Restando a Napoli, “Pronti, quasi pronti” ha proposto anche il progetto di Lamberto Lambertini, Fuoco su di me, che forse sulla linea del notevolissimo Il resto di niente, ricostruisce un altro episodio della appassionante storia locale, il regno di Gioacchino Murat nel 1815. Il titolo, che riprende un verso di Rimbaud, è anche testimonianza dell’eroismo dell’ufficiale napoleonico, che affrontò la fucilazione a viso aperto. Nel cast spicca Omar Sharif che il regista aveva amato nel ruolo del vecchio commerciante in Ibrahim e i fiori del Corano. Il film, che gode del fondo di garanzia, è coprodotto dalla Indrapur e da Luciano Stella, noto esercente partenopeo all’esordio in produzione. Infine Claudio Sestieri, con Ernesto Mahieux e Caterina Vertova, ha proposto le primissime immagini della sua Salomè, un baccanale a base di cocaina, donne e canzone napoletana.
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La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
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