”Alla domanda non rispondo, mi urta talmente che mi si chieda sempre di mia sorella”. Interrogata per l’ennesima volta sul suo legame familiare con la Première Dame di Francia Carla Bruni, Valeria Bruni Tedeschi ha perso la pazienza durante la conferenza stampa di presentazione di Les regrets, il nuovo film di Cedric Khan in concorso al Festival di Roma di cui è protagonista con Yvan Attal, già interprete al suo fianco del primo film da regista dell’attrice torinese naturalizzata parigina E’ più facile per un cammello… cui è poi seguito due anni fa Actrices.
Les regrets racconta la storia di un architetto quarantenne felicemente sposato, Mathieu, che torna nella sua piccola città d’origine per essere vicino a sua madre che è in gravi condizioni di salute. Lungo la strada incontra casualmente Maya (Valeria Bruni Tedeschi), il suo primo amore che non vede da quindici anni. Il tempo non ha cancellato l’attrazione tra i due che tornano a frequentarsi vinti da un desiderio assoluto ed ossessivo che sconvolge le loro esistenze, il lavoro, gli affetti e trascina l’uomo verso la follia.
Già apprezzato autore di La noia, Roberto Succo e Luci nella notte, Cedric Khan ha confessato di essersi ispirato per questa vicenda di amour fou ad un film molto amato come La signora della porta accanto di Francois Truffaut. “Non mi piace l’eccessiva elaborazione psicologica dei caratteri, la mia è una storia interiore di sentimenti e di passione che più aumenta più spinge la vicenda nei territori del giallo. Nei miei film contano il movimento e l’impulso dei personaggi, che per me sono persone che lottano tra ragione e sentimento. In questo il gesto – continua il regista prevale spesso sulla parola, il corpo è più eloquente, come nella vita, ma il punto focale è l’idealizzazione, la sublimazione di una storia passata e il paradosso, l’ambiguità tra la realtà e la fantasia”.
Valeria Bruni Tedeschi ha ricordato che i precedenti illustri di Les regrets vanno ricercati ne I ponti di Madison County e Innamorarsi, entrambi con la sua attrice preferita, Meryl Streep. “Tra paura e desiderio si vince quasi per caso. Non ho mai voluto giudicare il mio personaggio, che da una parte ha voglia di vivere, dall’altra ha paura di essere abbandonata: un conflitto molto profondo, che mi ha commosso”.
La sindrome da abbandono è per lei alla base delle dinamiche tra i due amanti. “Maya è stata lasciata una volta da Mathieu e questa ferita non si è mai rimarginata. La paura a volte diventa più forte dell’amore e lei finisce col fuggire di fronte ad una amore troppo grande. Maya ha la sensazione di essere una donna a cui sta sfuggendo la vita. E così fuggendo all’altra parte del mondo crede di poter avere una vita reale, ma è solo un’illusione”, ha spiegato l’attrice. E aggiunge che questo film molto romantico cerca di rispondere a domande del tipo: quando sei stato davvero innamorato nella tua vita? Quante volte e quanto una persona può amare davvero? E se abbiamo incontrato il grande amore perché ora non siamo più accanto a lui/lei? Qual è il significato della nostra vita senza l’amore? “Sono tutte domande che non ci poniamo mai abbastanza per non metterci in crisi e non turbarci”.
A proposito infine del suo rapporto con l’Italia Valeria, che vive sin dalla fine degli anni ’70 a Parigi dividendosi tra set e palcoscenico (qualche mese fa ha recitato in teatro in “Ti ho sposato per allegria” di Natalia Ginzburg), ha confessato di voler lavorare di più in Italia dopo le esperienze con Avati, Piccioni e Calopresti ed ha ricordato di avere da poco concluso a Roma le riprese di Baciami ancora, il sequel de L’ultimo bacio diretto da Gabriele Muccino.
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