Che fare se d’un tratto si presenta la possibilità di diventare un eroe: coglierla al volo o mettersi al riparo da ogni eventuale pericolo? Questo è l’interrogativo che affronta un comune ragazzino di dieci anni in Piccolo grande eroe, lungometraggio d’animazione in uscita il 12 settembre per Medusa in 150 sale italiane. Ambientato durante i momenti duri della Grande Depressione, quando il baseball era l’unica cosa che riusciva ancora a far sognare gli americani, la pellicola celebra il leggendario giocatore di baseball statunitense Babe Ruth, battitore dei New York Yankees divenuto in quegli anni l’idolo delle folle.
Il protagonista di Piccolo grande eroe è infatti Yankee Irving, un ragazzo la cui unica ragione di vita è il baseball: conosce a memoria tutte le statistiche sul memorabile Babe e il suo più grande desiderio è imitare sul campo da gioco il proprio beniamino, salvo poi non riuscire nemmeno a colpire la palla quando prova a far roteare la mazza da baseball. Tutto cambia nel momento in cui Yankee incontra una pallina parlante (Screwie) e scopre che il suo idolo è stato vittima di un colossale furto: la sua mazza da battitore di nome Darlin’. Sembrerebbe una cosa da poco ma in realtà il ragazzo scopre che il segreto delle vittorie di Babe è celato proprio nei poteri straordinari di Darlin’ e a quel punto decide di attraversare l’America per restituire al suo mito quanto sottratto, ma per farlo ha poco tempo: deve riuscire nell’impresa prima della finale decisiva di campionato. In compagnia della loquace Screwie il ragazzino affronterà un viaggio avventuroso che tra mille peripezie e incontri gli farà capire il valore della famiglia e dell’amicizia e lo porterà addirittura a diventare eroe per un giorno.
Uscito nel 2006 in America, dove è già disponibile la versione dvd, il film potrebbe forse avere qualche difficoltà a farsi pienamente apprezzare in Italia dove il baseball è uno sport per lo più sconosciuto ai giovanissimi. La partecipazione però a una prima fase di regia da parte di Christopher Reeve, lo sfortunato Superman vittima di un incidente che lo portò alla paralisi, rende toccante la storia del piccolo eroe che non si arrende alle difficoltà che gli si presentano, nonché inevitabile il parallelo con la vicenda privata di Reeve. A proposito del coraggio aveva dichiarato: “Credo che il vero eroe sia un individuo ordinario che trova la forza di resistere nonostante incontri ostacoli apparentemente insormontabili”. Scomparso purtroppo prima di portare a compimento il film, Reeve lasciò il posto agli allora esordienti alla regia Colin Brady e Daniel St.Pierre: “Quello che mi ha attratto maggiormente di questo progetto è stato sapere che all’origine di tutto c’era Christopher Reeve e la consapevolezza che con la mia collaborazione avrei contribuito a conservare l’integrità della sua visione”, ha rivelato Colin Brady attualmente impegnato nel primo lungometraggio della trilogia animata dedicata ai puffi. “Mi ha colpito l’assoluta fermezza che porta Yankee Irving a non arrendersi mai ed andare avanti malgrado tutto e tutti”, continua il co-regista Daniel St.Pierre.
Ispirato a un racconto ideato dal presidente della Idt Entertainment Howard Jonas per far addormentare i figli, Piccolo grande eroe è un’avventura che parla di amicizia e di sogni, una favola moderna che vuole insegnare a lottare ma anche far riflettere sul valore del coraggio e sulle sfide della vita. Un film che vorrebbe rendere insomma tutti un po’ più eroi.
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