In un Mifed senza americani era quasi d’obbligo parlare di un’America senza europei. L’ha fatto Media Salles presentando una nuova tappa dell’articolata ricerca che sta conducendo da tempo, e che proseguirà nei prossimi mesi, sull’esportabilità del cinema del vecchio continente. Proprio al mercato milanese sono stati anticipati alcuni dati sulla distribuzione in Nord America, un bacino di utenza che vale 1.700 milioni di biglietti. L’indagine, condotta sul triennio 2001-2003, ha evidenziato aspetti poco rassicuranti anche se estremamente utili agli operatori. In particolare si è registrato un decremento degli incassi a parità di pellicole distribuite. Se i film visti in America sono stati 110 nel 2001, 106 nel 2002 e 108 nel 2003; gli incassi sono passati a 422 milioni di dollari nel 2002 rispetto ai 486 dell’anno precedente (-13,1%) e infine, nel 2003, sono scesi a 330,3 milioni di dollari (-21,7%). Se si guarda alla nazionalità dei prodotti, però, le coproduzioni europee risultano in crescita (+28,1% in tre anni) mentre le coproduzioni maggioritarie con gli Usa sono in forte calo (-68,9%): insomma funzionano bene i film che nascono forti e internazionali ma “europei”.
Che il mercato Usa stia cambiando lo si evince anche dall’analisi dei modelli distributivi. La ricerca Media Salles ne individua tre: le major (Universal Pictures, MGM) che garantiscono una forte penetrazione al prodotto (widest point of release: 1.175 sale) ma sono scarsamente interessate al cinema europeo (6 pellicole nel 2003); le mini-major (Miramax, Fox Searching Pictures, Sony Pictures Classics) che sembrano aver leggermente perso interesse (da 27 film europei nel 2001 a 20 nel 2003) con wpr di 279 sale; gli indipendenti (New Yorker Films, Lions Gate, Wellspring Media) che scelgono sempre di più di puntare sul nostro prodotto (da 61 film nel 2001 a 76 nel 2003) ma assicurano una scarsa visibilità: wpr medio di 31 sale e addirittura wpr 8 nel caso di copie in originale con sottotitoli. I film in lingua inglese – ma questa non è certo una novità – raggiungono un pubblico assai più vasto mentre quelli sottotitolati hanno a volte una maggior tenitura con pochissime copie in circolazione (circuito di qualità). The others, per prendere un caso che viene dalla Spagna ma con vasta eco internazionale, ha raggiunto le 2.843 copie, mentre Parla con lei (in originale) è uscito in massimo 255 sale nonostante Almodovar. Il pianista di Roman Polanski (coproduzione con la Francia maggioritaria) ha un wpr di 842 copie contro le 85 dell’interamente francese 8 femmes di Francois Ozon.
Infine l’Italia: nel triennio in esame sono stati 18 i nostri film usciti negli Usa, contro i 124 della Francia, i 92 del Regno Unito, i 30 della Germania, i 22 della Spagna, su un totale di 325 pellicole europee. Siamo purtroppo, sulla base dei dati Media Salles, il fanalino di coda tra le grandi cinematografie europee.
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