‘Tutta la luce che non vediamo’: su Netflix la mini serie tratta dal romanzo premio Pulitzer

Costituita da quattro puntate, racconta la storia di Marie-Laure, una giovane francese priva della vista, e di suo padre, Daniel LeBlanc, che fuggono dalla Parigi occupata dai tedeschi portando con sé un diamante leggendario per evitare che cada nelle mani dei nazisti.


Inseguiti incessantemente da uno spietato membro della Gestapo, desideroso di appropriarsi della preziosa gemma per scopi personali, Marie-Laure e Daniel trovano rifugio a St. Malo, dove si uniscono a un parente solitario coinvolto nella diffusione di trasmissioni clandestine per la resistenza.

In questa pittoresca cittadina marittima, il destino di Marie-Laure si incrocia inevitabilmente con quello di un improbabile compagno d’anima, Werner, un giovane brillante arruolato dal regime di Hitler per individuare le trasmissioni illegali. Tuttavia, Werner cela un segreto legame con Marie-Laure e condivide la sua fede nell’umanità e la speranza.

Intrecciando abilmente le vite di Marie-Laure e Werner lungo un arco temporale di dieci anni, Tutta la serie racconta un’appassionante storia sull’incalcolabile potenza delle relazioni umane, che fungono da faro di speranza anche nei momenti più oscuri.

Diretta da Shawn Levy e sceneggiata da Steven Knight, questa miniserie di quattro episodi presenta le esordienti Aria Mia Loberti e Nell Sutton nei ruoli di Marie-Laure, sia da adulte che da giovani, e un cast di stelle tra cui Mark Ruffalo (interpretante Daniel LeBlanc), Hugh Laurie (nel ruolo di zio Etienne), Louis Hofmann (che incarna Werner), Lars Eidinger (nel ruolo di Von Rumpel) e Marion Bailey (nel personaggio di Madame Manec).

Le strade di Budapest sono state usate per riprodurre la Parigi degli anni ’40, ma le scene di Saint-Malo sono state davvero girate nella bella cittadina francese.

Lo scenografo Simon Elliott (Black Mirror, Storia di una ladra di libri) ha fatto un bel po’ di ricerca sul periodo storico tramite immagini antiche e fotografie editoriali moderne, oltre a libri e dipinti. Nel costruire il set della casa di Saint-Malo, tuttavia, c’è stato un dettaglio che Elliott ha lottato per includere, nonostante le sfide che avrebbe comportato per le riprese: una scala a chiocciola di quattro piani. “Era molto importante mantenere quell’elemento magico dal libro. C’è una descrizione specifica in cui la casa è definita come una conchiglia di forma conica a testa in giù e questo è stato il mio punto di partenza. L’idea mi piaceva molto. Perciò ho lottato per avere quella scala, pur sapendo quali problemi avrebbe creato la costruzione di un set verticale.”

Lo sviluppo verticale della struttura è stato ulteriormente potenziato dal direttore della fotografia Tobias Schliessler (The Adam Project, Ma Rainey’s Black Bottom). Ci sono volute nove settimane per costruire la scala e alcune parti della soffitta con pezzi di legno riciclati da un vecchio fienile.

Essendo un fan del libro, Schliessler “ha perso subito la testa per le descrizioni visive splendidamente realizzate da Anthony Doerr”. Levy aveva sottolineato il suo desiderio di affrontare la serie come un film di quattro ore, una storia che avrebbe potuto prendere vita facilmente sul grande schermo. “Volevamo dare al film l’ampio respiro che si meritava, proprio come il libro”, spiega Schliessler.

“Una delle prime decisioni che abbiamo preso relative alla fotografia è stata quella di evitare i toni eccessivamente desaturati dei film d’epoca, optando invece per un’estetica più moderna per luce, colori e riprese, in modo da immergere il pubblico nell’ambiente senza troppe stilizzazioni. In quest’ottica, abbiamo delegato il compito di delineare l’epoca alle tonalità del colore di set, costumi, trucco e acconciature.”

 

30 Ottobre 2023

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