TORINO – “Per la prima volta nella storia della tv italiana ci sono due network americani in gara per l’acquisto di una nostra serie. Non era mai accaduto e speriamo si ripeta prestissimo”. Al centro degli appetiti, proprio nella patria della serialità tv da Oscar, c’è “il clamoroso caso” di Gomorra – La serie, 12 episodi in arrivo su Sky nel 2014 derivanti dal romanzo di Roberto Saviano, e in seconda battuta dal film di Matteo Garrone. Un prodotto-monstre da 16 milioni di euro di budget e 30 settimane di riprese, già acquistato da 28 paesi esteri, per la regia di Stefano Sollima, Francesca Comencini e Claudio Cupellini.
Al Torino Film Festival, in questa edizione – diretta da Paolo Virzì – che ha aperto al piccolo schermo con la sezione Big Bang Tv, Sky ha portato una sua gustosa anticipazione nell’ambito del panel “Quando il cinema si fa serie“, che ha ospitato anche le primissime immagini in anteprima di 1992. “Una serie per cui abbiamo lavorato sul mito e sull’ambiguità – dice il produttore Lorenzo Mieli – E non c’è niente di più ambiguo degli eventi accaduti nel 1992, anno che ha dato il via a tutto, a personaggi e fatti controversi che incontriamo ancora oggi. È tutto ancora molto vivo in noi”. L’idea iniziale, però, “era raccontare l’ultimo ventennio di storia del Paese – spiega la sceneggiatrice Ludovica Rampoldi – con la trasformazioni dei valori e delle persone, ma era troppo difficile e costringeva a salti temporali, ellissi e invecchiamento dei personaggi. Perciò abbiamo optato per il racconto di questo anno spartiacque, che aveva nell’aria la promessa di una rivoluzione che poi non c’è stata”. Sullo schermo, intanto, arrivano le immagini lanciate in anteprima al TFF da Andrea Scrosati e Nils Hartmann di Sky, come quella dell’arresto di Mario Chiesa, che diede il via al ciclone di Mani Pulite, o quella dell’imprenditore lombardo interpretato da Stefano Accorsi a letto con una soubrette che sta per fare il salto a Domenica In, mentre dalla tv arrivano le note del pezzo vintage ‘Non amarmi’. ” Abbiamo creato una sorta di Italian tabloid – continua Rampoldi – un romanzo lungo un anno che mescola realtà e finzione con cura filologica e uno sguardo laico e non giudicante, in presa diretta, senza la distanza che abbiamo ora rispetto a quegli anni”. Il racconto di un anno decisivo, dunque, con una narrazione fortemente orientata sui personaggi, dove il faro narrativo era – come spiega lo storyeditor Nicola Lusuardi – “la personificazione chiara di un potente conflitto interiore, una doppia personalità tipica dei più riusciti personaggi delle serie Usa che permette di avere un conflitto irrisolvibile grazie al quale il racconto può continuare all’infinito. Noi avevamo a disposizione anno di svolta, in cui tutto poteva essere resettato e si poteva dare spazio a tutte le ambiguità”.
Due nuove epopee oscure, dunque, quelle di Gomorra – La serie e 1992, dopo il successo di Romanzo criminale – la serie, “ma non bisogna temere rischi di emulazione né autocensurarsi nel racconto del male – specifica Stefano Bises, storyeditor di Gomorra – se lo si rappresenta così com’è, il male ha in sé i suoi anticorpi e si neutralizza da solo. E’ subito evidente che questi ‘eroi’ sono vittime, che vivono in case che sono delle prigioni, anche se traboccano di oro, e conducono vite miserabili”. E mentre Andrea Scrosati illustra la chiave della linea editoriale delle produzioni Sky – “Convinciamo il pubblico a pagare per un prodotto seriale, di cui c’è grossa offerta anche sulle generaliste, grazie al superamento di limiti di linguaggio e di tematiche, ma anche di formato e di uso di tante creatività e risorse di talento ancora poco conosciute” – sullo schermo scorre anche il promo della serie Diabolik, prossimamente in arrivo in 13 episodi.
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