BERLINO – Claudio Santamaria, Alessandro Sperduti, Francesco Formichetti, Camillo Grassi e Niccolò Senni. E’ una bella foto di gruppo quella che gli attori di Torneranno i prati scattano a Berlino, dove il film di Ermanno Olmi ha trovato spazio nella prestigiosa Berlinale Special per un’importante anteprima internazionale. Il maestro bergamasco purtroppo non è qui con loro. Come ha raccontato poche settimane fa in un’intervista a un grande quotidiano, sta lottando con la sua malattia. “Ci siamo sentiti al telefono con Betta Olmi e sappiamo che Ermanno si fida di noi, sa che siamo entrati nello spirito del film e che sapremo parlarne ai giornalisti stranieri, come abbiamo fatto con quelli italiani per l’uscita nel nostro paese. Ma ci teneva che fossimo qui tutti quanti insieme, manca solo Andrea Di Maria”.
A parlare è Claudio Santamaria, forse il più famoso del gruppo, sicuramente il più “vecchio” con i suoi 40 anni. Altri ne hanno una trentina, alcuni ancora meno. Tutti, nel bellissimo requiem pacifista di Olmi, si sono trovati a vivere l’uno accanto all’altro, nella trincea sull’Altopiano di Asiago, proprio come soldati in guerra. Hanno vissuto il freddo, la paura, l’adrenalina, i momenti di sospensione poetica, le esplosioni. Hanno fiutato l’odore della morte. “L’esperienza con Ermanno ci ha cambiato – dicono un po’ tutti – per noi c’è un prima e un dopo. Il maestro ci diceva spesso: ricordate che potreste morire di qui a un secondo, che la vera gioia è guardarsi negli occhi. Adesso siamo legati, siamo diventati amici”, racconta Sperduti. Un forte messaggio pacifista, di cui c’è più che mai bisogno oggi, anche se l’Europa non vive più una guerra in casa da decenni. “Nel film – aggiunge Santamaria – esce molto chiaramente l’importanza anche di una sola vita. Non ci sono scene di massa, battaglie epiche, tutto si svolge in poco tempo, con pochi uomini, poche anime, ma proprio per questo emerge la sacralità dell’essere. Ermanno non fa una predica, non dice ad alta voce ‘fermiamo la guerra’, ma riesce a toccarti nell’intimo, cerca di aprire il cuore delle persone che lo guardano”.
Sono appena arrivati a Berlino – città fantastica – e non hanno ancora sperimentato le reazioni del pubblico tedesco. “Ma la Germania è un paese consapevole e penso che coglieranno il messaggio di pace senza che sia palesato a tutti i costi – riflette Senni – ci siamo confrontati spesso con allievi delle scuole dove abbiamo trovato grande attenzione. I ragazzi, anche giovanissimi, ci hanno fatto tante domande, spesso molto profonde, ad esempio sul rapporto con la natura che c’è sempre nel cinema di Ermanno e anche qui, infatti ci diceva fatevi alleata la natura”, aggiunge l’attore attualmente impegnato nella fortunata fiction tv Braccialetti rossi.
Raccontano, ancora una volta, che Olmi ha voluto ricreare le condizioni difficili che vivevano i militari in trincea. “Giravamo tra gennaio e febbraio, spesso di notte, c’era la neve e un freddo tremendo. Ha nevicato per due giorni e una delle due trincee è stata completamente sepolta. Ma lì sull’Altipiano di Asiago non è solo in freddo a gelare il sangue. La prima guerra mondiale è ancora molto sentita.”Il sangue scorreva a fiumi, ci ha detto qualche anziano. E alle 5 del pomeriggio, quando chiudeva l’ossario, ogni giorno suonava la tromba a ricordarcelo. Da quelle parti è stato un disastro, ancora si trovano le ossa dei morti nella terra. E’ una cosa che ti dà i brividi”, confessa Santamaria. Che adesso è tornato con i piedi per terra e sta girando una fiction tv. “Inutile fare giri di parole, è un’altra densità…”. Incommensurabile la poesia di Olmi. Secondo voi il cinema è anche 50 sfumature di grigio, con la gente in coda da ore, o quella è un’altra cosa? “Noi abbiamo il talento, loro hanno i soldi”.
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