“L’amore per il documentario? L’ho sempre avuto”. Lo ha detto il regista e sceneggiatore premio Oscar Giuseppe Tornatore, ospite nel week end del 43mo Premio Internazionale alla Migliore Sceneggiatura Sergio Amidei.
“In realtà ho cominciato da ragazzino come fotografo ma dal momento che il mio sogno era il cinema, a un certo punto ho cominciato a cercare di fare con la cinepresa che avevo a disposizione – una 8 mm e in seguito una super 8 – quello che prima facevo con la macchina fotografica, ovvero andare in giro a rubare immagini della vita che mi circondava. Farlo con una cinepresa cambiava la prospettiva, cambiava tutto e io di quella esperienza lì conservo il senso di grande libertà, per cui associo al documentario il concetto di libertà“, ha aggiunto Tornatore.
Il regista ha incontrato studenti e pubblico del Premio, conversando sulla sua carriera di autore e cineasta. Al centro dell’analisi, Ennio, il suo documentario dedicato al grande Ennio Morricone, evento cinematografico del 2023.
Tornatore, a cui il Sergio Amidei ha assegnato il Premio all’Opera d’autore, ha raggiunto Gorizia direttamente dal set del suo ultimo documentario su cui – riporta una nota – non sono stati svelati dettagli. L’autore ha inoltre raccontato di un prossimo lungometraggio messo in cantiere per l’anno a venire.
Proseguono in questi giorni gli appuntamenti del Sergio Amidei con le proiezioni dei nove film finalisti del Premio internazionale alla Migliore sceneggiatura: domani toccherà a Palazzina Laf e Anatomia di una caduta.
In collaborazione con il Far East Film Festival, sempre domani verrà inoltre proiettato il film vincitore del Gelso per la miglior sceneggiatura, l’action comedy Citizen of a Kind della regista Park Young-ju.
In programma, tra le altre cose, anche due opere di Tornatore: Baarìa e La migliore offerta. (gp)
Tra i premiati Carlo Verdone, Barbara Bouchet, Vincent Riotta , Francesco Salvi e Giorgio Tirabassi
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