Sully di Clint Eastwood, la riedizione di Intolerance di D. W. Griffith (1916), Absolutely Fabulous: the Movie di Mandie Fletcher (UK/USA, 2016) e La felicità umana di Maurizio Zaccaro: sono i primi titoli annunciati dalla 34ma edizione del Torino Film Festival (18–26 novembre). Che ha divulgato anche la locandina ispirata a uno dei personaggi più eclettici della cultura contemporanea: David Bowie. Grande musicista e interprete, attore cinematografico e teatrale, pittore, Bowie, da Ziggy Stardust a Black Star, ha segnato l’evoluzione dell’immaginario e dello stile collettivo degli ultimi cinquant’anni. Per quanto riguarda il cinema, è apparso in una quindicina di film, come protagonista o in significativi cammei. L’immagine scelta dal TFF è tratta da uno di questi film: una scena di Absolute Beginners, diretto da Julien Temple nel 1986, rielaborata dall’agenzia creativa Independent Ideas.
Tremila spettatori in più per questa edizione, che si aggiungono ai 75mila della precedente edizione e indicano che il Torino Film Festival è una realtà consolidata per tutti gli amanti del cinema
Il premio al miglior film del concorso va all'opera prima cinese The Donor di Qiwu Zang, miglior attrice a Rebecca Hall per Christine di Antonio Campos, miglior attore a Nicolas Duran per Jesus di Fernando Guzzoni. Miglior film per Italiana.doc è Saro di Enrico Maria Artale, Premio Speciale della giuria a Moo Yadi Filippo Ticozzi
"Si chiude un'edizione del Tff di grande qualità e successo di pubblico, con un aumento di copertura dei media anche internazionali che testimonia come il festival, ancora oggi particolare e coerente con le sue origini, sia amato e seguito da chi si occupa di cinema nel mondo". Lo ha detto il direttore del Museo del Cinema di Torino, Alberto Barbera
Il regista di Z L'orgia del potere e di Missing ha ricevuto a Torino il Premio Maria Adriana Prolo alla carriera salutato da un videomessaggio di Riccardo Scamarcio. In questa intervista parla di cinema e di impegno civile, di Fidel Castro e di Donald Trump, dell'Europa e dei rischi che corre ancora oggi la democrazia. E denuncia: "Netflix quando produce pretende il final cut e fa quello che vuole del film"