A dispetto di un solo titolo in concorso, l’opera prima di Andrea De Sica I figli della notte, sono ben 46 le pellicole italiane al TFF 2016. “Spesso abbiamo avuto un unico italiano nella competizione ufficiale – sottolinea il direttore Emanuela Martini – con l’unica eccezione dell’anno scorso in cui ce n’erano quattro”. In realtà, però precisa, “qualche problemino produttivo con i film italiani effettivamente c’è stato, alcuni non erano pronti”. Tra i titoli da segnalare Slam – Tutto per una ragazza, il nuovo film di Andrea Molaioli, con Jasmine Trinca e Luca Marinelli, che riambienta il romanzo di Nick Hornby a Roma e affronta con ironia il tema della crescita e delle responsabilità. Sam è appassionato di skateboard e passa la vita con gli amici con cui condivide salti e cadute. Vorrebbe andare all’università, viaggiare e soprattutto non fare un figlio a sedici anni, com’è capitato a sua madre e a sua nonna.
Tra i documentari di Italiana.doc, Saro di Enrico Maria Artale, un road movie interiore alla ricerca di un padre mai conosciuto, uscito dalla vita di un figlio che aveva solo un anno. Un percorso a tappe che attraversa la Sicilia, con l’intento di rintracciare quell’uomo e registrare tutto con la videocamera. Cinque anni dopo, quel materiale girato ha preso la forma di un film al tempo stesso intimo e universale.
A pugni chiusi di Pierpaolo De Sanctis racconta l’attore svedese naturalizzato italiano Lou Castel, che sarà ospite al festival, attraverso due personaggi emblematici: l’Alessandro de I pugni in tasca e il Giovanni de Gli occhi, la bocca. Castel, che Davide Oberto definisce “il padrino dei film italiani al festival”, si apre a un lungo flusso di coscienza sulla complessità e le contraddizioni del suo ruolo d’attore e, insieme, di militante politico.
Ab Urbe Coacta di Mauro Ruvolo, che concorre al Premio Cipputi, racconta invece una Roma decaduta, dove la nevrosi dei tempi moderni si esprime attraverso un umorismo cinico e volgare. Il protagonista Mauro Bonanni, detto “Barella”, cresciuto nel quartiere periferico di Tor Pignattara, si affaccia alla vecchiaia con profondo disagio esistenziale, patendo come tanti l’invasione degli extracomunitari. Una sofferenza non ideologica ma esistenziale, contraddittoria e aperta a soluzioni impreviste.
Sempre in Italiana.doc, fuori concorso, il primo “colossal documentario” Colossale Sentimento di Fabrizio Ferraro, un film notturno in bianco e nero in cui due statue del Battesimo di Cristo rimosse dalla storia, riprendono vita e attraversano la notte per arrivare finalmente a casa. E’ l’opera dello scultore Francesco Mochi realizzata per la chiesa San Giovanni Battista de’ Fiorentini di Roma rifiutata dal committente, un’opera che inizia a peregrinare per quasi 400 anni finché un gruppo di visionari lo scorso gennaio decide di riportarla nel luogo dov’era stata originariamente pensata.
Tra le pellicole di Festa mobile La felicità umana, viaggio di Maurizio Zaccaro attraverso un mondo pieno di disuguaglianze, per chiedere a intellettuali, artisti, filosofi, politici (tra cui Serge Latouche, Ermanno Olmi, Ariane Mnouckine, Sergio Castellitto, Aleida Guevara) che cos’è oggi la felicità.
In Nome di battaglia donna Daniele Segre ricostruisce la Resistenza attraverso le testimonianze delle partigiane piemontesi che parteciparono alla lotta, una straordinaria galleria di volti ancora illuminati dalla passione e dalla fede nella libertà. Storia corale delle voci di quelle donne che hanno fatto la Resistenza e si raccontano illuminando una stagione decisiva per la nostra storia.
La lingua dei furfanti di Elisabetta Sgarbi, da un soggetto di Giovanni Reale, è un viaggio sui volti e i corpi degli umili ritratti dal Romanino nei suoi affreschi in tre chiese della Val Camonica, con la voce di Toni Servillo e musiche di Franco Battiato.
Tremila spettatori in più per questa edizione, che si aggiungono ai 75mila della precedente edizione e indicano che il Torino Film Festival è una realtà consolidata per tutti gli amanti del cinema
Il premio al miglior film del concorso va all'opera prima cinese The Donor di Qiwu Zang, miglior attrice a Rebecca Hall per Christine di Antonio Campos, miglior attore a Nicolas Duran per Jesus di Fernando Guzzoni. Miglior film per Italiana.doc è Saro di Enrico Maria Artale, Premio Speciale della giuria a Moo Yadi Filippo Ticozzi
"Si chiude un'edizione del Tff di grande qualità e successo di pubblico, con un aumento di copertura dei media anche internazionali che testimonia come il festival, ancora oggi particolare e coerente con le sue origini, sia amato e seguito da chi si occupa di cinema nel mondo". Lo ha detto il direttore del Museo del Cinema di Torino, Alberto Barbera
Il regista di Z L'orgia del potere e di Missing ha ricevuto a Torino il Premio Maria Adriana Prolo alla carriera salutato da un videomessaggio di Riccardo Scamarcio. In questa intervista parla di cinema e di impegno civile, di Fidel Castro e di Donald Trump, dell'Europa e dei rischi che corre ancora oggi la democrazia. E denuncia: "Netflix quando produce pretende il final cut e fa quello che vuole del film"