TORINO@2000


Torino, proprio perché è Torino, è cinema operaio. In senso largo, dal documentario alla fiction, nei formati che volete. Lo conferma la 18/a edizione del festival: rarità cinefile nippo-americane e persino un mancato adulterio western secondo Budd Boetticher – amore di gioventù per Steve Della Casa, che gli dedicò la tesi di laurea – con l’introvabile I sette assassini (1956). Ma al cuore di questo festival affollatissimo di pubblico (pagante) ci sono scene di lotta di classe sempre più inattuali e necessarie. E ci sta benissimo qui il Premio Cipputi, cinque milioni che una giuria di cui fanno parte anche Mimmo Calopresti e Diego Novelli, regalerà scegliendo tra quindici opere fiction o non fiction, mentre s’è già deciso di assegnare un riconoscimento alla carriera a Carlo Lizzani.
Corre per il Cipputi anche Guarda il cielo di Piergiorgio Gay (primo italiano del concorso, l’altro è il resistenziale I nostri anni di Daniele Gaglianone): tre storie femminili – cosa atipica per il nostro cinema, avaro però anche di storie operaie – e tre scelte tra etica del lavoro e affetti, politica e opportunismo, emancipazione e conformismo in contesti diversi: agricoli, borghesi, industriali. Film-manifesto ma alla maniera della scuola di Bassano – Gay, torinese del ’59, è stato tra i primi ad aderire a Ipotesi Cinema – con morbidezza politica e una forte attenzione alla descrizione dei gesti quotidiani. Tre storie, proprio come nel film precedente di Gay, firmato a quattro mani insieme a Roberto San Pietro, tenute assieme da Sandra Ceccarelli che si reinventa con piccoli dettagli nei ruoli di Stella, Sonia e Silvia per vivere i cambiamenti cruciali di tre epoche della nostra storia. La Bassa Padana degli anni ’40, quando la maternità era una croce e la terra un bisogno fisico per la giovane madre stanca di essere bracciante; la Milano piccolo-borghese ma già attraversata dal ’68 e da un protofemminismo non confessabile dove una promettente studentessa alla vigilia delle nozze si vede negare l’occasione professionale della sua vita dall’uomo che la ama (?); l’industria terziarizzata dell’oggi consumista e televisivo dove una telefonista interrompe lo sciopero per scongiurare la cassa integrazione al marito. Non sempre affilato e rigoroso, ma con momenti quasi alla Kieslowski nell’episodio contemporaneo (il migliore).
C’è qualcosa di documentaristico nel film di Gay, mentre è documentario puro, grazie ai materiali dell’Archivio audiovisivo del movimento, Sirena operaia di Gianfranco Pannone, un autore dalla costante vocazione alla non fiction. Le immagini scelte, dall’autunno caldo in avanti, hanno una loro forza indiscutibile. In più ci sono i versi di Alberto Bellocchio, sindacalista sensibile, le scelte musicali di Daniele Sepe con citazioni degli Inti Illimani, la voglia di non cancellare le esperienze dei padri e di intere generazioni di lavoratori in lotta.
Ed è proletario, anche se non concorre al premio Cipputi, persino l’apparente disimpegno calcistico dei Fluid Video Crew, collettivo romano attivo dal ’95, tra le scoperte del festival Arcipelago. Una vera storia del Napoli che scivola verso Maradona nel racconto fuori campo del tredicenne “fantasista”: e infatti il video s’intitola I fantasisti. Le vere storie del calcio Napoli. Il pallone, che ha ispirato vari lavori in programma qui a Torino, compreso un raro Tati fuori dallo stadio di Bastia, è l’unica cosa che riempie il vuoto della domenica, il giorno del non-lavoro. Ma in una realtà del tutto lontana dai cancelli delle fabbriche del Nord, un posto dove magari si fatica per sfizio come nel reportage napoletano di Wilma Labate – un avvicinamento al lungometraggio Domenica? – su Ciro il piccolo (1990), tutto il tempo appresso all’adolescente che scarica il pesce ai mercati ma non ha voglia di svegliarsi all’alba e preferisce passare la notte in bianco, fare incontri, scompaginare le differenze di classe.
Tra le buone notizie, la passione per il documentario di Tele+, nove preacquisti tra le proposte qui al festival, e della Fandango, che ha un listino di dieci titoli da distribuire. Mentre Mikado ha annunciato la nascita di un sito di e-commerce, www.emik.it, che a partire da gennaio servirà a far circolare opere fuori mercato come il notevole Mr. Death di Errol Morris, visto qui a Torino, o la Conversazione con Gregory Peck di Barbara Kopple.

autore
20 Novembre 2000

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