Toni D’Angelo: ‘Calibro 9’ 45 anni dopo

Il classico di Fernando Di Leo apre la rassegna Caleidoscopio. Atteso per l'autunno il sequel


E’ Milano Calibro 9, classico prototipo del noir all’italiana, diretto nel 1972 da Fernando Di Leo, ad aprire Caleidoscopio, la rassegna estiva gratuita al Teatro all’aperto Ettore Scola della Casa del Cinema, che tutte le sere dal 6 luglio fino al 14 settembre porterà il grande cinema a Villa Borghese, seguendo le direttive per la massima sicurezza degli astanti rispetto al pericolo Covid-19. L’appuntamento è per mercoledì 15 luglio alle 21.30, e per l’occasione il produttore e AD di Minerva Pictures Gianluca Curti presenterà in anteprima il trailer del sequel, previsto per l’autunno, intitolato semplicemente Calibro 9  e diretto da Toni D’Angelo.

 Con il regista abbiamo scambiato quattro chiacchiere circa l’attesissima pellicola: “Abbiamo scelto volutamente – dice D’Angelo – di fare un sequel vero e proprio e non un remake. Rivedremo i personaggi dell’originale, o almeno quelli i cui interpreti sono ancora vivi. Abbiamo ragionato proprio con l’ottica del ‘cosa sarebbe successo’ dopo 45 anni, cercando di individuare cosa sia cambiato o non rispetto alle dinamiche della criminalità. E per lo più, sono cambiati i mezzi. La criminalità non la puoi sconfiggere ma oggi c’è la tecnologia: se ieri si andava in giro con una valigetta contenente centomila dollari, oggi quei soldi li hai online, sul conto corrente. Sono dinamiche nuove che ci hanno ispirati e anzi ci hanno facilitato la via. Se avessi fatto un remake sarei dovuto tornare al passato e avere a che fare con un mondo che non ho vissuto, magari sarebbe stato più complicato. Così è venuto fuori tutto in maniera molto naturale”.

Il film si va dunque, idealmente, ad aggiungere alla ‘trilogia del milieu’ di Di Leo, comprendente anche La mala ordina e Il boss ma, ci tiene a precisare D’Angelo “col massimo rispetto possibile. E’ un film nato dal cuore perché Gianluca, è il figlio del produttore del film originale, ed è cresciuto con lui e con Di Leo che è stato per lui una sorta di secondo padre. Io quel film lo amo e dunque le carte si sono messe in tavola, potevamo avere facilmente i diritti di sfruttamento. E’ un omaggio, ma anche rispettoso per il pubblico, che può guardare questo anche senza aver visto l’originale. Mi sono preoccupato soprattutto che potesse arrivare ai più giovani, per il resto ho fatto assolutamente il film che volevo e che mi andava di fare. Forse più ‘poliziottesco’ che ‘crime’, ma d’altro canto se scrivi un film e lo dirigi stai sempre dalla parte dei tuoi personaggi, che siano cattivi o no, non puoi non volergli bene. Questo è il bello del cinema, puoi amare anche personaggi che nella realtà detesteresti. Come reazioni, mi aspetto di tutto. Per noi è veramente un sentito omaggi, poi certo ci saranno i feticisti duri e puri dell’originale, chissà cosa diranno”. I

l film, fortunatamente, non ha risentito del lockdown forzato causato dall’emergenza Covid: “Era già finito quando è partito il lockdown – dice ancora il regista – restavano poche cose, come gli effetti sonori, che possono essere gestiti tranquillamente online. La chiusura è stata per me un’opportunità per scrivere e pensare ai progetti futuri”.

Nei giorni a seguire continua l’omaggio Fernando Di Leo. Un maestro per Tarantino con Il boss (1973), 22 luglio ore 21:30; La mala ordina (1972).

E poi ancora il 12 agosto alle ore 21:00; I padroni della città (1976), 19 agosto ore 21:00; Il poliziotto è marcio (1974), 26 agosto ore 21:00; Gli amici di Nick Hezard (1976) e Colpo in canna (1975) il 2 settembre rispettivamente alle ore 19:00 e alle ore 21:00. Tutti i titoli fanno parte della library-filmoteca di Minerva Pictures.

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14 Luglio 2020

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