CANNES – Bianco, rosa, blu, arancio, giallo. Ma quanti colori ha il festival di Cannes? Tanti quanti quelli dei diversi badge assegnati ai professionisti presenti al festival che, non essendo aperte al pubblico numerose proieizioni, è frequentato in maggioranza dai circa 4mila membri della stampa, suddivisi però rigidamente in una classificazione gerarchica a colori, che va dai super vip – i fortunati bianchi a cui è praticamente concesso di entrare in sala senza far file – ai paria, i gialli, che quasi sempre attendono diverse ore sotto al sole per non riuscire nemmeno ad avvicinarsi all’ingresso. Contro questa rigida segregazione in gruppi è in corso la campagna #TheColorOfCannes, che prevede una raccolta firme online e un sito dedicato per chiedere al festival di rivedere un sistema, spesso umiliante, che crea divisioni tra colleghi.
Inoltre, sulla base di modelli organizzativi già adottati da altre kermesse e per facilitare il prezioso lavoro della stampa presente al festival, suggerisce di organizzare ulteriori proiezioni in sale poco utilizzate; riempire i posti riservati, ma ancora vuoti prima dell’inizio della proiezione, nel Grand Théâtre Lumière; creare un’app con informazioni di proiezioni stampa tramite la quale è anche possibile prenotare i posti e ottenere avvisi per ingressi che si sono resi disponibili.
Nel team dei selezionatori troviamo l'italiano Paolo Bertolin, già attivo come consulente della Mostra di Venezia, insieme a Anne Delseth, Claire Diao, Valentina Novati e Morgan Pokée.
Le vie del cinema da Cannes a Roma e in Regione si volgerà al cinema Eden e Giulio Cesare. Alcune repliche previste anche al cinema Palma di Trevignano e al multisala Oxer di Latina
Teodora Film distribuirà in Italia Girl di Lukas Dhont e Woman at war di Benedikt Erlingsson. Il primo, presentato nella sezione Un Certain Regard, ha conquistato la Camera d’Or, mentre Woman at War è stato presentato alla Semaine e ha convinto la stampa internazionale
Doppio premio per l'Italia, che esce benissimo da questo 71° Festival di Cannes: all'attivo, oltre ai premi a Marcello Fonte e Alice Rohrwacher anche quello a Gianni Zanasi e al documentario La strada dai Samouni di Stefano Savona. La giuria di Cate Blanchett ha schivato le trappole del gender firmando un verdetto sostanzialmente condivisibile