The Zoomroom: produrre audiovisivo in smart working

Una web serie nata dalla crisi e sviluppata come un'autentica produzione va in onda su YouTube con cadenza settimanale


Tutto è pronto, il progetto sta per partire. Di qualunque cosa si tratti, ma mettiamo che sia un film. Il primo, quello d’esordio. Per l’attore che cerca conferme, per il produttore che ha investito tutto, per il regista che ci prima ha fatto solo corti, per lo sceneggiatore che è stufo dei soliti concorso dove vincono solo i raccomandati. Stavolta è quella buona. Ci hanno investito tutti personalmente. Tempo, energie. Magari soldi. Ma certamente la strada è quella giusta. Manca pochissimo al calcio d’avvio, alle riprese, all’inizio della svolta. E arriva il Coronavirus, l’emergenza, la reclusione forzata. Tutto è perso. E allora bisogna trovare il modo di capire come fare, come ricominciare, testarsi per capire se si è in grado. Se il nostro progetto è in grado. Di sopravvivere al mondo ‘dopo’.

E’ una storia che abbiamo sentito tante volte negli ultimi mesi, e che ancora sentiremo. E con cui tutti ci possiamo identificare. Ma soprattutto, il mondo dell’intrattenimento, della quarantena forzata ha risentito particolarmente: teatri chiusi, set cinematografici e televisivi bloccati e tutte le maestranze a casa. Ma anche la voglia di cinema, di spensieratezza e di evasione del pubblico, preso in gran parte, a sua volta, da problemi più immediati e reali, è venuta improvvisamente meno. Il destino di molti artisti, specie quelli meno affermati, è sconosciuto.

Quando e come si potrà tornare a fare teatro, cinema e televisione? E se un impiagato in attività che non richiedono immediata presenza fisica può arginare il problema con lo smart working, come è possibile fare smart working se il proprio mestiere è quello di stare sul set, come attore o come regista? Sarebbe stato possibile realizzare in smart working Titanic o Ghost? Come sarebbero state le famose scene del ‘volo’ di Rose tra le braccia di Jack in punta di nave o la romantica scena d’amore a base di terracotta?

Ideata e scritta da Ettore Belmondo, The Zoomroom è forse la prima web-serie realizzata ai tempi del COVID-19, tentativo di smart working dove sembra impossibile.

Il giorno successivo al decreto con cui il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte dichiara l’intero territorio italiano zona protetta, la società che possiede il portale online generalista “Butterfly Effects” si trova in crisi: non solo salta il progetto del film Cuore di farfalla, a cui stava lavorando, ma il portale stesso rischia di chiudere. La vicenda segue le relazioni, le preoccupazioni, le discussioni e i progetti di quattordici personaggi coinvolti a vario titolo nelle vicende imprenditoriali di “Butterfly Effects” e che si trovano ad affrontare una crisi alla quale erano totalmente impreparati. Come, del resto, tutto il paese. E’ una serie da guardare proprio perché fa riflettere su questo, rilevando quanto ormai sia sottile il confine che separa chi sta da una parte e chi dall’altra dello schermo, tutti sulla stessa barca, tutti con le stesse difficoltà.

Lo stesso Belmondo – che a Ottobre, inoltre, vedremo su Rai Uno nella serie tv Io ti cercherò con Alessandro Gassman – partecipa anche in qualità di attore ai dieci episodi, della durata oscillante tra i dodici e i quindici minuti ciascuno e rilasciati, di settimana in settimana, il venerdì su YouTube e Facebook. E’ una produzione collettiva e a budget pressoché pari a zero realizzata da The ZR Woo-Hoo Company. Tutti gli episodi vengono girati direttamente online, in video chat, sfruttando gli strumenti forniti dal portale Zoom, salvo alcuni casi in cui sono gli attori stessi a girare qualche inquadratura utilizzando il proprio smartphone.

Non si tratta, però, di una produzione ‘casuale’ e improvvisata. Il calendario settimanale è strutturato come una vera e propria produzione: la sceneggiatura di ogni episodio viene distribuita entro la domenica sera; il lunedì si tiene una riunione pre-produzione; il martedì e il mercoledì si registrano le scene; il giovedì e parte del venerdì si monta il materiale con tanto di effetti e musiche. Dopodiché si va in distribuzione.

Oltre a Belmondo, costituiscono il cast Mario Battisti, Agnese Brighittini (Caro Lucio ti scrivo di Riccardo Marchesini), Federica Cignotti, Stefano D’Ottavio, Tiziano Ferracci (Domina di Claire McCarthy), Lorella Lombardo, Luigi Martini, Livia Massimi, Alberto Mazzaro, Francesca Nobili (la Flora Del Colle di Un posto al sole), Francesco Petit-Bon, Franco Petit-Bon e Francesca Stagnì.

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Andrea Guglielmino
04 Maggio 2020

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