“The Hunt”, lo splatter no budget da esportazione


Una creatura spaventosa tenuta nascosta in una cantina nel cuore di Roma, un malvagio carceriere, un detective americano, un vendicativo cacciatore di mostri.

Sono questi i protagonisti di The Hunt, horror low budget ironico e appassionato realizzato dal giovane filmmaker Andrea Iannone, classe 1988, che lo ha sviluppato a partire da un corto girato a soli 18 anni, intitolato The Basement.
Il regista, oggi studente DAMS, ha iniziato la carriera con un corso di scrittura creativa per diventare sceneggiatore e ha alle spalle, tra l’altro, una collaborazione con Vanzina come assistente.
Quando The Basement vince il primo premio a un piccolo festival, nasce in Iannone la voglia di cimentarsi con qualcosa di più impegnativo.

Il film, ambientato in una Roma decadente e misteriosa, è in lingua inglese, sottotitolato in italiano:
“Ho usato l’inglese – dice Iannone – perché sentivo di riuscire a imprimervi maggiore ironia, fondamentale per il genere splatter a cui la pellicola appartiene. Qui la morte perde le sue connotazioni più temibili e viene messa alla berlina. Ho cercato inoltre di integrare altri generi che adoro, come il film d’azione e il poliziesco”.
Si tratta insomma di un omaggio amorevole al cinema con cui Iannone è cresciuto, con particolari riferimenti a Robert Rodriguez, Quentin Tarantino e al Peter Jackson degli esordi, realizzato con gusto e consapevolezza: “alcune frasi sono prese pari pari da pellicole che ho amato – ammette il regista – ma ricontestualizzate per dare ai personaggi una personalità autonoma. Ho lavorato su quei dialoghi proprio per dare al film un preciso taglio stilistico”.

Il progetto è totalmente indipendente: “Siamo partiti nel 2007 con la prima stesura di sceneggiatura – continua Iannone – che ampliava il concetto di The Basement trasformandolo in un lungometraggio. La storia del corto, rigirata, costituisce in pratica la sequenza che precede i titoli di testa. L’ho fatto con un budget di 4 mila euro, con la coproduzione di G.K. Denton e del Film Festival del Garda, e girando soltanto nei week end. Ci abbiamo messo due anni, post produzione compresa. È stato molto complicato, perché non potevo contare su un segretario d’edizione e in un periodo di tempo così dilazionato alcuni dettagli rischiano di perdersi. Lo stesso vale per il montaggio, realizzato con un computer casalingo”.

Anche per quanto riguarda gli effetti speciali, il giovane filmmaker ha dovuto aguzzare l’ingegno: “Il trucco della creatura è stato realizzato da Jacopo Tomassini. In un secondo momento sono subentrati dei ragazzi dell’Accademia del Trucco del Lazio, che hanno lavorato come stagisti. Nei panni del mostro c’è mio fratello Davide, ma vi assicuro che nella vita è molto più bello che nel film!”.

Fondamentale, comunque, il lavoro di squadra: sangue ed effetti aggiuntivi sono ad opera dei fratelli Iannone, la computer graphic è di Isidoro Gallucchio, i bozzetti preparatori di Luca Lamberti, le musiche di Niccolò Francisci. Quasi tutti hanno lavorato gratis, con passione e dedizione.

Ci sono poi i tre interpreti principali: “Nei panni di Markus, il cacciatore di mostri, c’è Matteo Anastasi, che parla un inglese maccheronico funzionale al suo personaggio – spiega ancora il regista – Il detective Mitchell è invece interpretato da Rashad Nelms, che viene dall’Indiana ed è madrelingua. A completare il quadro, c’è Tony de Bozzo nel ruolo del malvagio Aldous”.
Iannone sta ancora lavorando alla distribuzione, ma ha già le idee abbastanza chiare: “Conto molto sul fatto di aver girato in inglese per la diffusione a livello internazionale, specie in America. Per ora lo mando in giro per festival e serate, tentando gradualmente ogni possibile soluzione distributiva”.

The Hunt sarà presentato a Roma domenica 20 dicembre alle ore 20,30 al locale Fanfulla, in Via Fanfulla da Lodi 101.

L’evento è in collaborazione di Cinematografo Poverania, progetto no profit che organizza proiezioni e cineforum in vari locali romani, esclusivamente dedicati al cinema indipendente italiano (specie se low budget) e agli “invisibili” del nostro paese.

autore
16 Dicembre 2009

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