TORINO. Nella serata inaugurale del 30° Torino Film Festival si aspettava una maxi protesta a sostegno dei lavoratori licenziati della Rear, la cooperativa che fornisce servizi di sorveglianza e pulizia al Museo nazionale del cinema di Torino. All’ingresso dell’Auditorium del Lingotto, non più di venti militanti dell’Unione sindacale di base con bandiere hanno accolto fischiando l’arrivo del sindaco Piero Fassino e al grido “Vergogna! Sono le persone che fanno la cultura”. Ai circa 1500 invitati della serata di apertura hanno distribuito un volantino che cominciava con “Ken I Love You!”, il ringraziamento al regista Ken Loach che, rifiutando di ricevere il Gran Premio Torino, ha voluto manifestare il suo sostegno in difesa dei diritti dei lavoratori della Rear. Il volantino parla della “situazione di sfruttamento e precarietà alimentata dalle esternalizzazioni e dall’applicazione di contratti economicamente illegittimi”, e ancora delle “forme di lavoro atipiche che rendono costantemente il lavoratore sotto ricatto”.
Nel frattempo il presidente della società Rear, Mauro Laus, ha deciso di querelare per diffamazione il regista inglese Loach. “E’ un maestro di cinema – osserva Mauro Laus, presidente della cooperativa e consigliere regionale del Pd – ma da lui mi sarei aspettato un po’ più di approfondimento della vicenda. Non è colpa mia se i contratti in questo momento storico prevedono queste cifre. Per far fronte ad un ritardo nei pagamenti dai nostri clienti per oltre 10 milioni di euro abbiamo anche usato lo strumento della ‘crisi aziendale’. Io e Loach – conclude il presidente della Rear – siamo di sinistra in modo diverso: io non voglio cavalcare le paure, ma lottare in modo operativo per far fronte alla crisi, sono un riformista”.
Nell’affollato Auditorium, dopo un promo del programma di questa edizione del TFF, tocca alla madrina Claudia Gerini, avvolta in abito di nero con ampia scollatura sulla schiena, accanto al direttore Gianni Amelio, fare gli auguri al “più giovane dei festival italiani”, e salutare le personalità presenti in sala: tra cui il sindaco di Torino, il ministro della Pubblica Istruzione Francesco Profumo, gli assessori Maurizio Braccialarghe e Michele Coppola, Alberto Barbera, Ugo Nespolo, Kasia Smutniak, Claudio Bisio, Riccardo Scamarcio, Nicole Grimaudo, Stefano Rulli, Fabiano Fabiani, Nicola Giuliano, Jennifer Lynch, Remo Girone, i giurati Costantin Popescu e Franco Piersanti.
Tra i presenti anche una delle protagoniste della commedia Quartet del neo regista Dustin Hoffman: il soprano Dame Gwyneth Jones. Nel film è una delle tante pensionate della casa di riposo Beecham House, dove cantanti lirici e musicisti, ogni anno, in occasione dell’anniversario della nascita di Giuseppe Verdi, tornano sulla scena per raccogliere fondi per mantenere in vita l’istituto. “Un film che ha visto recitare autentici musicisti e cantanti la cui età oscilla tra gli 80 e i 90 anni, diretti da un Dustin “wonderful, incredible and lovely”, ha ricordato il soprano e attrice parlando di Hoffman sul set.
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