Tertio Millennio Film Festival: apertura al dialogo interreligioso

Rappresentanti di altre religioni e confessioni saranno accolti all’interno del comitato di selezione per sviluppare una proposta cinematografica che si muova nel segno dell’ecumenismo e della pace


Innovazioni importanti per la XIX edizione del Tertio Millennio Film Fest, presentata all’Italian Pavilion del Festival di Cannes. Il 2015 rappresenterà l’anno del consolidamento ma anche del profondo rinnovamento della Rassegna, nata a Roma nel 1997 sotto il Patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura e del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e inaugurata da san Giovanni Paolo II. Nelle passate edizioni il Tertio Millennio Film Fest ha scelto di indagare temi legati alla spiritualità, al confronto con l’altro, alla crescita interiore, privilegiando film non distribuiti e invisibili meritevoli dell’attenzione del pubblico, dando spazio anche ad anteprime e film restaurati che costituiscono un patrimonio prezioso per la cinematografia. Per il 2015 la Fondazione Ente dello Spettacolo, non dimenticando la sua identità e tradizione, desidera promuovere un importante rinnovamento nel segno del dialogo interreligioso e culturale, arricchendosi della collaborazione con l’Organizzazione cattolica internazionale per le comunicazioni SIGNIS.

Il Festival si aprirà all’incontro con l’altro, al confronto con identità culturali e religiose differenti. Non si tratterà però semplicemente di sviluppare dei focus che raccontino il fermento cinematografico che abita le altre religioni. Rappresentanti di altre religioni e confessioni saranno accolti  all’interno del comitato di selezione per sviluppare una proposta cinematografica che si muova nel segno dell’ecumenismo e della pace. In particolare parteciperanno due membri della comunità cattolica internazionale, delegati SIGNIS (Organizzazione internazionale cattolica per le comunicazioni), due membri della comunità protestante internazionale, delegati INTERFILM (Associazione Interazionale Protestante Cinema), due membri della comunità ebraica internazionale, due membri della comunità musulmana internazionale, due membri della Fondazione Ente dello Spettacolo e sei esponenti del mondo della cultura e del cinema. Tra questi sono intervenuti in conferenza Emiliano Monreale (Cineteca Nazionale) e Luciano Sovena (Roma Lazio Film Commission).

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16 Maggio 2015

Cannes 2015

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Le Figaro riflette sulla delusione italiana a Cannes

Il quotidiano francese dedica un articolo al disappunto degli italiani per il mancato premio al festival: "Forse è mancata una lobby organizzata"

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Italian Pavilion, dove il nostro cinema parlava (anche) straniero

"Dà l'idea di un Paese che funziona". "L'ulteriore dimostrazione che l'unione delle forze può veramente andare incontro alle esigenze di ogni categoria del cinema italiano".Sono solo alcuni dei commenti sul nuovo spazio del cinema italiano a Cannes, per la prima volta allestito nell'Hotel Majestic, con una terrazza che affacciava sulla Montée des Marches, due sale per le attività professionali e l'ormai famoso ingresso con il tunnel caleidoscopico. E' stato visitato da circa 3mila persone, di cui oltre il 50% stranieri. Sul finale, presente anche il ministro Franceschini."Tutto ciò è stato realizzato con una spesa leggermente superiore a quella che sostenevamo gli anni scorsi per avere il solo spazio sulla spiaggia nel Village International", spiega Giancarlo Di Gregorio

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L’era Pierre Lescure al Festival di Cannes

Roberto Cicutto, amministratore delegato di Istituto Luce Cinecittà, commenta il contestato palmarès di questa edizione del festival. "Sulle decisioni delle giurie è inutile soffermarci. Si può condividerle o meno ma pretendere di sapere come dovrebbero comportarsi e' da ingenui. Dobbiamo essere soddisfatti che nell’edizione appena finita il cinema italiano e in generale l’industria audiovisiva si è presentata più compatta, con nuovi strumenti per la promozione e l’attrazione di investimenti e soprattutto con un’offerta di film pieni di talento e molto diversi tra loro. Vorrei però segnalare alcuni cambiamenti significativi nel DNA del Festival più importante del mondo"

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I film italiani mai presi in considerazione per i premi

Rossy De Palma si lascia andare a qualche confidenza sul lavoro dei giurati: "Abbiamo pianto tutti con il film di Moretti, ma volevamo premiare la novità di linguaggio"


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