“Tra cielo e terra. Il paradosso della realtà: storie di ordinaria grandezza nel cinema contemporaneo”, così si presenta il Tertio Millennio Film Fest, che si svolgerà dal 4 al 9 dicembre presso il Cinema Sala Trevi di Roma. E’ la Natura il filo conduttore della 16a edizione, in particolare il ritorno alla Natura, la nostalgia per la Natura, il terrore della Natura.
“Quest’anno abbiamo pensato da subito a un tema particolare. Le opere selezionate infatti – dice Dario E. Viganò, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo noncé presidente e direttore artistico con Marina Sanna del Tertio Millennio Film Fest – hanno come unico comune denominatore il rapporto tra uomo, natura e fede. Inoltre nel privilegiare le anteprime, i restauri, i titoli non distribuiti e quelli invisibili abbiamo voluto anzitutto recuperare quel cinema sommerso che a nostro giudizio meritava l’attenzione del pubblico”.
Così tra i film ‘invisibili’ troviamo The Turin Horse di Be’la Tarr, Orso d’Argento al 61° Festival di Berlino. Tra le anteprime più attese, il film d’apertura La bicicletta verde di Haifaa Al Mansour (in uscita in Italia per Academy2) e Thy Womb di Brillante Mendoza, entrambi passati a Venezia 69 e importanti per le tematiche trattate.
La bicicletta verde, primo film saudita di una donna, pone l’accento sulle differenti condizioni sociali e politiche in cui vive quel popolo. Thy Womb, in concorso alla Mostra di Venezia, è una bellissima opera sulla fecondità della terra, della donna e dell’amore.
Il Festival ospiterà anche The Grey, diretto da Joe Carnahan e interpretato da Liam Neeson: un film in bilico tra speranza e disperazione in una situazione drammatica. Tra i film in rassegna va segnalato Fly with the Crane, accompagnato dal regista Li Ruijun che sta ottenendo grande successo in tutto l’Oriente, e il film collettivo israelo-palestinese Water, presentato alla Settimana della Critica di Venezia, e prodotto dall’Università di Tel Aviv. Un’opera che parla di integrazione, di convivenze difficili e che lascia spazio alla speranza, in un momento tanto delicato per il futuro del Medio Oriente. Il film dovrebbe essere accompagnato da due degli otto registi israeliani e palestinesi che hanno diretto alcuni episodi. Il condizionale è d’obbligo, essendo ancora in corso una vera e propria guerra.
E ancora l’esordio folgorante dell’argentina Jazmi’n Lo’pez con Leones, una storia sorprendente, come l’opera prima dell’italo-americano Roberto Minervini, Low Tide. In cartellone anche il documentario italiano Riding for Jesus di Sabrina Varani.
Il 5 dicembre, secondo giorno del Festival, avrà luogo “Piccoli film, grandi speranze”, evento speciale organizzato in collaborazione con Matteo Calabresi, responsabile del Servizio per la Promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica della CEI, incontri e filmati per raccontare frammenti di vita di sacerdoti e laici impegnati nelle comunità ecclesiali grazie anche ai fondi 8xmille.
Nel pomeriggio del 7 dicembre, invece, il direttore della Mostra di Venezia, Alberto Barbera, introdurrà la proiezione di Dio ha bisogno degli uomini di Jean Delannoy (1950), opera restaurata a cura delle Collezioni dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale (ASAC).
Sempre il 7 dicembre, nell’ambito del Festival, è prevista l’annuale assegnazione degli RdC Awards, che avverrà nel corso di una serata di gala, a partire dalle ore 20.30.
Il Premio Rivelazione dell’Anno è stato invece consegnato questa mattina, durante la presentazione del Festival presso il Pontificio Consiglio della Cultura, a Tea Falco per il film Io e te di Bernardo Bertolucci.
Infine il Festival viene preceduto – dal 27 novembre al 1° dicembre in diverse sedi di Grottaferrata e Frascati – dal Convegno Internazionale sulla spiritualità dal titolo: “L’arte nell’anima. Il sogno di una vita buona. Segni. Sfide. Orizzonti’.
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