TAORMINA – Prima il rock, i capelli lunghi agitati a ritmo di percussioni, il successo, poi i problemi di prostata, le difficoltà economiche, i bilanci esistenziali malinconici. I Boys Neri Marcorè, Giorgio Tirabassi, Giovanni Storti (del trio Aldo, Giovanni & Giacomo) e Marco Paolini sono la band che dà il titolo al nuovo film di Davide Ferrario, presentato in apertura del 67° Taormina Film Fest al Teatro Antico di Taormina – con tanto di esibizione dal vivo dei protagonisti con l’autore delle musiche, Mauro Pagani – e dal 1° luglio in sala con Adler Entertainment.
È la storia di quattro amici che, dopo la fiammata di popolarità dei gloriosi anni ’70, continuano 40 anni dopo a onorare il loro legame affettivo e la loro passione musicale, mentre intanto vivono di altro. È la storia dei loro amori (nel cast anche Saba Anglana, Linda Messerklinger, Isabel Russinova e Giorgia Wurth) e del confronto amaro con una nuova epoca dominata dalla trap, rappresentata nel film da Luca De Stasio, in arte JD. “Un vero trapper di periferia – certifica Ferrario – cui abbiamo chiesto per il film di creare brani brutti, perché i suoi, quelli veri, sono bellissimi”.
“Gli anni ’70, per chi li ha vissuti, sono indimenticabili, ma non devono diventare un monumento”, commenta il regista, mentre Mauro Pagani, mitico membro della PFM e storico collaboratore di De André, sottolinea: “Allora c’era un legame diretto tra ciò che si faceva e la capacità di sognare. Eravamo convinti che avremmo visto un mondo molto migliore ma poi, all’inizio degli anni ’80, per me fu molto doloroso scoprire che non sarebbe stato così. Alla generazione successiva, poi, abbiamo insegnato a non sognare troppo, a non allontanarsi dalla realtà, e oggi sognare sembra diventata una debolezza. Abbiamo lasciato i ragazzi soli a combattere contro un sistema che pensano invincibile”.
I brani originali di Boys – prodotto da Lumière & Co. Con Rai Cinema – provengono proprio dal passato di Pagani: “L’istinto mi ha portato a frugare nei bauli musicali dei primi anni della mia carriera di compositore. Ho ritrovato pezzi che avevo scritto allora e che per misteriosi motivi non avevo più riascoltato: brani pieni di energia, di voglia di vivere che raccontano quanto fosse importante battersi per ogni cosa che ci stesse a cuore. Ho deciso che era arrivato il momento di condividerli e così li ho resi l’asse portante della colonna sonora”. Molti membri di questo cast eterogeneo – se non altro dal punto di vista geografico – non si erano conosciuti prima di questo film: “La sfida è stata mettere insieme storie diverse – dice Ferrario – Ognuno di loro ha una sua impronta, un suo stile. Scegliere questi attori è stato come creare una rock band scegliendo i musicisti dei diversi strumenti e curare il loro sound”. E il maestro Pagani, da grande esperto musicale qual è, riflette sull’ondata trap raccontata (anche) in Boys e ammonisce: “Non dobbiamo commettere l’errore dei nostri nonni, che erano abituati al liscio e, quando siamo emersi noi, si sono scandalizzati perché eravamo capelloni. Il problema di oggi è che la musica è più legata al potere commerciale che alla qualità pura e semplice, ma ci sono tanti artisti bravi e nella trap, come in tutti i generi, ci sono cose belle e cose brutte”.
L'attore tedesco ha vinto il premio per il miglior film e il miglior attore con Next Door, miglior regia a A Classic Horror Story, Matilda De Angelis miglior attrice per Atlas. La serata, condotta da Anna Ferzetti, è stata aperta dalla musica di Francesca Michielin, che ha omaggiato Franco Battiato
L'attrice è assoluta protagonista del film di Niccolò Castelli, in concorso al Taormina Film Fest e dall'8 luglio in sala, nei panni di Allegra, una ragazza con la passione per l'arrampicata ma costretta improvvisamente all'immobilità dopo essere stata vittima di un attentato, mentre era in vacanza in Marocco, in cui ha perso amici e fidanzato. "Allegra è un animale in gabbia che si chiude nel silenzio perché pensa che nessuno la possa capire, semplicemente perché nessuno ha vissuto ciò che ha vissuto lei"
In concorso a Taormina e su Netflix dal 14 luglio, il film è firmato da Roberto De Feo e Paolo Strippoli che, attraverso ambienti, personaggi e situazioni ricorrenti del "cinema di paura", vogliono in realtà prendere in giro il genere ma anche e soprattutto "lanciare un'accusa alla pornografia del dolore che vediamo ogni giorno intorno a noi". Nel cast Matilda Lutz, Francesco Russo e Peppino Mazzotta, che devono affrontare creature misteriose legate alla leggenda di Osso, Mastrosso e Carcagnosso
L'attrice di tanto cinema d'autore esordisce nel lungometraggio con Occhi blu, un "film che usa il genere per superare il genere", in cui Valeria Golino è una misteriosa rapinatrice, connotata da pochi dialoghi ma molte suggestioni visive, inseguita dal commissario Ivano De Matteo e dall'ex-poliziotto Jean-Hugues Anglade in una Roma stilizzata