Dopo la presentazione al 40° Torino Film Festival, Svegliami a mezzanotte di Francesco Patierno sarà al cinema distribuito da Luce Cinecittà dal 13 febbraio. Il film è il racconto della storia vera di Fuani Marino, una giovane donna che a causa di una forte depressione si lancia dal quarto piano di un palazzo e sopravvive alla caduta. Svegliami a mezzanotte è stato selezionato tra le dieci opere in gara al Premio David di Donatello – Cecilia Mangini 2023 per il miglior documentario.
“Mi sono uccisa il 26 luglio 2012. Avevo da poco compiuto 32 anni e da neppure quattro mesi partorito la mia prima e unica figlia, Greta”. Prodotto da Luce Cinecittà in collaborazione con Rai Cinema, il film è liberamente tratto dal libro omonimo di Fuani Marino edito da Giulio Einaudi Editore.
“Svegliami a mezzanotte vuole scoprire i luoghi oscuri del disagio psichico per cercare di illuminarli con un film che, raccontando di una insperata resurrezione, si apra alla speranza di chi la vedrà – ha scritto Patierno nelle note di regia – Tra il prima e il dopo dei secondi di quell’interminabile caduta della protagonista sono condensati i grandi temi dell’esistenza umana senza nessuna concessione al melodramma, alla retorica, alla commiserazione. Per farlo, ho sposato lo stile e un meccanismo narrativo, affinato nel tempo, composto da un mix creativo di immagini girate e immagini di repertorio, montate e manipolate ad arte per riuscire a raccontare cose che sarebbero difficili da mettere in scena con uno stile più convenzionale o un racconto di finzione. Semplici ma eleganti associazioni visive che mirano a tessere il filo della trama e a compiere un vero e proprio viaggio in soggettiva nei tortuosi meandri della mente umana”.
“Luce Cinecittà ha abbracciato il progetto di Svegliami a mezzanotte con passione, capendo da subito quanto poteva dare all’Archivio Luce in termini di ricerca creativa, di sperimentazione, di spinta linguistica e comunicativa – ha dichiarato Enrico Bufalini, Direttore Cinema, Documentaristica e Archivio Luce Cinecittà – E il lavoro di Francesco Patierno ha centrato in pieno le premesse. Abbiamo un film che grazie al racconto universale di Fuani Marino, alla capacità visionaria dell’autore, e a una sinergia produttiva efficace, riesce con la forza del linguaggio a donarci un’indagine sul femminile, sulla psiche emotiva e su diversi meccanismi sociali, che non sono solo di rara intelligenza, ma che fanno di questo documentario un pezzo di cinema emozionante e universale, che fa capire cosa si può costruire con il patrimonio di immagini dell’Archivio, e di cui siamo orgogliosi”.
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