“Summer”, quando l’amicizia insegna a non mollare


Ambientato in uno dei villaggi industriali inglesi che negli anni ottanta furono spazzati via dalla crisi economica, Summer ha per protagonisti due amici inseparabili, figli svantaggiati della classe operaia, inevitabilmente costretti a fare i conti con un ambiente difficile e un sistema cui non riescono ad adattarsi. Due caratteri diversi che in comune si ritrovano ad avere una vita ai margini: intelligente ma dislessico l’uno, Shaun, viene schiacciato ed estromesso dal sistema scolastico incapace di prendersi cura di lui e lo etichetta semplicemente come ribelle; pieno di vita ma meno brillante l’altro, Daz, viene trascinato dalla frustrazione dell’amico in un vortice di autodistruzione. Vent’anni dopo i due vivono insieme legati da un rapporto più che fraterno, ma Daz, paralitico a causa di un incidente, è prossimo alla morte vittima dell’alcolismo, mentre Shaun, si prende cura di lui nonostante la menomazione fisica che si è inflitto da ragazzo in un momento rabbia.

“Non è una storia di vittime”, ci tiene a precisare il regista Kenneth Glenaan alla platea di ragazzi di Alice nella città dove il film è stato presentato oggi in concorso, “il nucleo non è la sconfitta ma l’incredibile forza che Shaun mostra nel non mollare nonostante tutto”. Interpretato dall’attore idolo di Ken Loach e Danny Boyle Robert Carlyle, Shaun di fronte all’annunciata morte dell’amico comincia a valutare quello che è diventato negli anni analizzando il suo passato. Inizia a pensare al periodo dell’adolescenza e soprattutto all’estate trascorsa insieme a Daz e al suo primo amore Katy, uniche due persone che lo hanno sempre visto come personaggio positivo. E riesce così a trovare nella lealtà del suo passato e nel ricordo dei momenti migliori trascorsi la spinta per andare avanti. “Non so come i ragazzi di Alice reagiranno di fronte a tutte queste riflessioni sul passato e all’idea che ciò che è stato possa condizionare il futuro, presi come sono di vivere il presente” – ha ammesso il regista in conferenza stampa – “Credo però che sia importante per loro riuscire ad avere sin da ora un’idea della concatenazione degli eventi”.

E la dialettica tra fato e destino è sicuramente uno dei temi che percorre tutto il film: è la società o sono le scelte individuali a dettare il futuro? Oppure è il caso che irrompe inaspettato? La questione rimane irrisolta ma la genialità di un uomo svantaggiato, dimostra Kenneth Glenaan, può venir fuori anche dal sapersi prendere eccezionalmente cura degli altri e dal riuscire a guardare comunque con speranza al futuro.

Carmen Diotaiuti
24 Ottobre 2008

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