Successo dei peplum all’italiana

Successo di pubblico per la retrospettiva Olimpo: esterno giorno. Il peplum all’italiana realizzata nell’ambito del 54/a edizione del Festival internazionale del film di Locarno dalla Scuola Nazionale di Cinema-Cineteca Nazionale. Tra i migliori esempi del filone mitologico all’italiana sono state proposte, in versione originale, opere tutte girate nel decennio ’40-’50 come Scipione l’africano di Carmine Gallone, Ulisse di Mario Camerini, Le fatiche di Ercole di Pietro Francisci, Le legioni di Cleopatra di Vittorio Cottafavi, Ercole al centro della terra di Mario Bava e Il figlio di Spartacus di Sergio Corbucci. La retrospettiva rientra nelle iniziative di restauro e recupero del patrimonio filmico italiano della Cineteca.
Il peplum, un genere spesso considerato di serie B ma “esaltato dai cinéphiles francesi quanto ignorato dalla critica italiana” riesce, secondo Sergio Toffetti della Cineteca Nazionale, “a coniugare disinvoltura produttiva e libertà d’invenzione e ad attraversare così l’immaginario popolare del cinema italiano negli anni del boom economico. Il genere – ricorda ancora Toffetti – nasce per caso, o forse per incanto, da un soggetto di Piero Francisci ispirato alle Argonautiche di Apollonio Rodio che, sceneggiato da Ennio De Concini si trasforma in Le fatiche di Ercole e viene distribuito in tutto il mondo con incassi che superano largamente il miliardo di lire d’epoca.
Tra gli autori che si sono cimentati con il peplum ci sono, ricorda Toffetti, “solidi artigiani come Sergio Corbucci, pionieri del muto come Mario Bonnard e Carlo Campogalliani e, soprattutto, piccoli maestri innamorati dell’avventura come Riccardo Freda, Mario Bava, Vittorio Cottafavi che realizzano opere di grande padronanza formale”. Non vanno dimenticati neppure “i ripensamenti ironicamente metalinguistici di Duccio Tessari e di Sergio Leone”.