Suburra la serie: sesso, droga e Vaticano

Michele Placido parla di Suburra - La serie, primo prodotto interamente italiano targato Netflix (prodotto da Cattleya in collaborazione con Rai Fiction), che sarà sulla piattaforma dal 6 ottobre


VENEZIA – “Un po’ sesso, droga & rock and roll. Ma noi al posto del rock and roll abbiamo il Vaticano”. Così Michele Placido parla di Suburra – La serie, primo prodotto interamente italiano targato Netflix (prodotto da Cattleya in collaborazione con Rai Fiction), che sarà disponibile sulla piattaforma a partire dal 6 ottobre. E di cui sono stati presentati nella sezione Cinema in Giardino i primi due episodi, diretti proprio da Placido (gli altri registi sono Andrea Molaioli e Giuseppe Capotondi).

La serie è una sorta di prequel dell’omonimo film del 2015 di Stefano Sollima, a sua volta ispirato all’omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini. “La scelta del prequel ci ha aiutato a distaccarci dal film”, spiega Barbara Petronio, che firma la sceneggiatura assieme a Daniele Cesarano, Ezio Abbate, Fabrizio Bettelli e Nicola Guaglianone. “Volevamo dei protagonisti più giovani, un’idea più forte del personaggio romano ed elementi del racconto di formazione. Abbiamo cercato di far venire fuori quella fame millenaria di conquista del cittadino di Roma, città dove si impara a sopravvivere. Un contesto complesso che dà vita a conflitti incredibili. L’attualità politica la prendiamo come ispirazione e la mettiamo al servizio della narrazione. E’ una realtà che ci spaventa come cittadini – aggiunge – come sceneggiatori la sappiamo controllare”.

Protagonista assoluta è una Roma notturna, decadente e corrotta e il sottobosco criminale che racchiude tutti gli strati di umanità coinvolti nella lotta al potere, dalle periferie più disagiate ai salotti nobiliari, da Ostia alle stanze più segrete del Vaticano. Un crime thriller ambientato a Roma, che descrive come la Chiesa, lo Stato e la criminalità organizzata si scontrino, confondendo i limiti della legalità e dell’illecito nella loro feroce ricerca del potere.

Al centro della storia tre giovani uomini: Numero 8, Spadino e Lele, diversi per origine, ambizioni e passioni, che saranno chiamati a stringere alleanze per realizzare i loro più profondi desideri. E a tornare nei panni di Numero 8, dopo essere già stato nel cast del film, è il padrino-cerimoniere della Mostra di Venezia, Alessandro Borghi. “Ho dovuto smontare il Numero 8 del film e ricostruirne un altro meno consapevole del concetto di potere e di come maneggiarlo, visto che il personaggio nella serie è molto più giovane e inesperto, oltre che inserito in dinamiche familiari”, dice Borghi. L’azione dei 10 episodi si svolge in 20 giorni di zona franca tra l’annuncio delle dimissioni e la decadenza del Sindaco di Roma. Ogni episodio si apre con un prologo molto forte a cui fa seguito il resoconto delle ore che precedono l’accaduto.

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